Turisti in fuga: molti b&b destinati a sparire

L’effetto del Coronavirus rischia di riportare la città indietro di 4-5 anni. Perso quest’anno già l’85 per cento degli stranieri

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Aspettando la riapertura del Paese, per capire la reale entità della crisi degli immobili commerciali, c’è un altro comparto del settore, oltre a quello delle compravendite, che ha subito un durissimo colpo dalla quarantena: "Quello legato al turismo e alla locazione breve". Ovvero il giro d’affari legato ai bed and breakfast. Sono cresciuti esponenzialmente negli ultimi anni: dai circa 300 del 2017, ai 4.000 del 2019, dato che spiega come la città abbia cambiato aspetto e vocazione, con l’esplosione del turismo e l’aumento dei voli. "L’emergenza rischia di riportare indietro l’orologio della città, sul piano immobiliare, a 4-5 anni fa", è la previsione di dell’amministratore delegato di Nomisma, Luca Dondi Dall’Orologio. L’assetto della città e in particolare del suo centro, potrebbe uscirne modificato sul piano economico e sociale. Il turismo, infatti, alla voce entrate economiche, è destinato a lasciare un vuoto.

Le previsioni stilate da Nomisma, sono pessime, in tal senso: "Bologna, in questo 2020, perderà circa l’80-85 per cento di turisti stranieri, rispetto al 2019, ed è impensabile che nel momento in cui avverrà la riapertura del paese quei numeri possano essere recuperati". Anche perché c’è il rischio che l’aspetto psicologico che questa crisi comporta sulla percezione della realtà e della ricchezza possa frenare il turismo anche sul medio-lungo periodo. Quindi i proprietari di immobili dedicati alla locazione breve, potrebbero riconvertirsi ad affitti di medio-lungo periodo: "Sul piano immobiliare residenziale, Bologna era in fase di crescita con valori vicini ai livelli massimi degli ultimi 20 anni non solo sul piano delle compravendite. Sul medio periodo ci si potrebbe aspettare un riposizionamento degli affitti più a medio termine che non breve: ovvero potrebbero dedicarsi di nuovo a famiglie e studenti". La corsa all’acquisto di immobili e alla riconversione degli stessi in bed and breakfast potrebbe arrestarsi.

Di più. Secondo l’amministratore delegato di Nomisma, potrebbe esserci un’inversione di tendenza, anche se, pure in questo caso, non manca un’incognita da considerare che potrebbe scompaginare il possibile piano: "Bisognerà capire quando riaprirà l’università e quale sarà l’impatto in futuro dei corsi on line". Perché questa emergenza potrebbe cambiare anche la concezione dello studio universitario, come Bologna è abituato a conoscerlo e viverlo. La crisi in corso potrebbe così cambiare il volto del centro e della città. Gli studenti universitari protestarono tanto nel settembre del 2018 quanto in quello del 2019 (piantando tende in piazza Maggiore) contro la mancanza di immobili e i costi alti di locazione. Costi che promettono di abbassarsi, con l’aumento della disponibilità di immobili a disposizione che la crisi dovrebbe comportare.

Marcello Giordano

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