Tutele e diritti per i riders con il progetto di Lavoropiù

L’iniziativa dell’agenzia del lavoro: già assunte tre persone per le consegne dei pasti di alcuni ristoranti

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Fare consegne a domicilio in piena sicurezza, tutelati da un contratto vero e trasparente. È l’ultimo progetto ideato da Lavoropiù, l’agenzia per il lavoro nata a Bologna 23 anni fa, e dedicato al mondo dei riders, categoria al centro da tempo delle proteste e del dibattito pubblico soprattutto per quanto riguarda le condizioni di lavoro e quelle contrattuali. Lavoropiù ha avviato di recente un nuovo progetto dedicato al food delivery, forte di una solida esperienza nel mondo della ristorazione, con l’idea di proporre un’alternativa sostenibile agli attuali modelli di business. Il progetto prevede l’attivazione di un servizio di consegna a domicilio di pasti che coinvolge, per ora, tutta la città di Bologna.

Il ristorante che si affida a Lavoropiù per il servizio di consegna a domicilio ha accesso a una soluzione realizzata su misura, che consente all’esercente di intercettare le esigenze di un pubblico più ampio, unendo all’incremento della propria attività, il sostegno a un progetto dal forte valore etico e sociale. I riders assunti da Lavoropiù, infatti, hanno un nome, una storia e un contratto di lavoro trasparente che garantisce loro tutti i diritti fondamentali previsti da un contratto di lavoro subordinato. Sono riconosciuti loro dignità professionale, garanzia retributiva e sindacale, tutele assicurative e previdenziali.

Il progetto è stato appena avviato ma i primi risultati sono incoraggianti: sono stati assunti tre lavoratori e Lavoropiù ne sta selezionando altri perché ci sono già più di 10 ristoranti che hanno aderito all’offerta dell’agenzia del lavoro. Una volta assunti, i riders di Lavoropiù vengono proposti agli esercenti attraverso un appalto di servizi che, dal punto di vista commerciale, prevede un contributo economico che non copre tutti i costi amministrativi e di gestione di Lavoropiù. La condivisione del rischio di impresa è alla base di questo progetto, ideato per tenere insieme la dignità delle persone e il supporto professionale a una categoria di imprese – i ristoranti e i pubblici esercizi – che sta subendo forse più di altre le conseguenze dell’emergenza sanitaria in corso e del recente passaggio alla zona arancione dell’intera Emilia-Romagna.

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