
Da sinistra Marta Evangelisti, Francesco Sassone e Stefano Cavedagna (Schicchi)
A protestare è una città intera. Una città intera contro una manovra, quella su bus e sosta, troppo difficile da digerire in silenzio. E così ad alzare la voce inizia Fratelli d’Italia, con i consiglieri regionali Marta Evangelisti e Francesco Sassone e l’eurodeputato Stefano Cavedagna che all’ora di pranzo, in barba alla pioggia, si sono appostati sotto la pensilina di piazza Minghetti per consegnare opuscoli informativi a viaggiatori e passanti.
"Abbiamo cominciato dalle principali fermate – puntualizzano i meloniani –: i volantini hanno un Qr code per sottoscrivere una petizione e chiedere alla Giunta di bloccare gli aumenti. Questa scelta danneggia chi è più fragile: i giovani e le persone anziane. E finirà anche per incentivare l’utilizzo delle auto. C’è già una mobilità disastrata a causa dei tantissimi cantieri che il sindaco ha voluto, l’aumento è sconsiderato a maggior ragione a fronte dei disservizi. Domani (oggi, ndr) saremo in tutta la città con i banchetti di raccolta firme: Lepore si fermi, sta mandando a rotoli Bologna".
Protesta anche la Lega con Matteo Di Benedetto, Giulio Venturi e Cristiano Di Martino: "Gli aumenti della sosta fino al 62,5% e dei biglietti degli autobus del 53,3% sono completamente al di fuori di ogni logica, ben al di sopra dell’inflazione. Ci stiamo opponendo e ci opporremo fermamente in aula. Abbiamo lanciato una petizione su Change.org per raccogliere la voce dei tanti cittadini delusi e abbiamo già prenotato anche i banchetti per portare nelle piazze i numeri scandalosi di questi aumenti".
Il Comitato consultivo utenti TPL (che riunisce Adiconsum, Adoc, Federconsumatori e Lega Consumatori) sottolinea invece come fosse "al corrente da tempo della necessità di ritoccare le tariffe, ma l’ipotesi socializzata qualche mese fa non era certamente di questa portata": "Prima di intraprendere manovre tariffarie bisognerebbe chiarire ai bolognesi come si possano giustificare aumenti di queste proporzioni a carico dei soli utenti – sottolinea la presidente Angela Lelli –. Auspichiamo che questo chiarimento avvenga già a partire da martedì, quando incontreremo Srm e Tper, ma rimane che se non si condividono gli obiettivi, il risultato non potrà essere soddisfacente".
Ieri pomeriggio, intanto, durante l’assemblea organizzata da Potere al Popolo davanti a Palazzo d’Accursio è stata lanciata una manifestazione contro la stangata, che avrà luogo il primo marzo e raccoglierà diverse realtà: dal Comitato Besta ai collettivi come Osa e Cambiare Rotta, da Extinction Rebellion alla Rete dei Comunisti, fino USB, SGB, i No Passante, il centro Villa Paradiso e altre realtà: "Centinaia di persone lanciano due settimane di mobilitazione fino alla manifestazione – sottolineano da PaP –. Il rincaro del trasporto pubblico non può essere accettato e questi aumenti arrivano in una città che diventa ogni giorno più cara, privatizza i servizi, cementifica e spende miliardi in opere inutili". Una città in protesta, appunto.