Bologna, tutto pronto per il test di Medicina. Ma entra solo uno studente su otto

Il 6 settembre attesi in cinquemila, per 600 posti. E potrebbe essere l’ultima prova organizzata in questo modo

Test di Medicina, foto generica

Test di Medicina, foto generica

Bologna, 20 agosto 2022 - Il test d’ingresso per antonomasia, il più partecipato e atteso di tutta l’Università di Bologna (e non solo) è alle porte. Sarà il prossimo 6 settembre, come sempre in piazza della Costituzione in Fiera, il test di accesso alla Scuola di Medicina. Seicento i posti disponibili nel multicampus dell’Alma Mater, di cui 400 a Bologna, cento a Forlì e altrettanti a Ravenna. Ma quest’anno, il numero di iscritti atteso per il test (il dato definitivo non è ancora stato comunicato ufficialmente) è di circa cinquemila persone. Tradotto, un posto disponibile ogni otto candidati.

Nel dettaglio, i posti aperti per Medicina a Bologna sono 364 per i cittadini italiani e dell’Unione Europea o non dell’Unione Europea ma equiparati, e dieci per gli studenti extraeuropei residenti all’estero; altri 39 posti (36+3) sono disponibili per la facoltà di Odontoiatria e Protesi dentaria.

Il test, che durerà cento minuti durante i quali i candidati dovranno rispondere a sessanta domande a risposta multipla per riuscire a conseguire un punteggio di 90 punti al massimo, è già aggiornato nei contenuti rispetto ai precedenti degli anni scorsi (più spazio alle materie disciplinari come biologia e matematica e meno logica e cultura generale, quesiti che nelle tornate passate avevano mietuto non poche vittime), ma potrebbe essere l’ultimo della sua specie per quanto riguarda l’organizzazione. Difatti, l’idea del Ministero dell’Istruzione sarebbe quella di eliminare il bando nazionale con un’unica prova per tutti, affidando la selezione ai test online Cisia, i cosiddetti ’Tolc’, come già accade per altre facoltà. Già dall’anno prossimo, nei progetti, il test verrebbe ’smembrato’ in quattro finestre di prova dedicate agli studenti delle superiori, due riservate ai ragazzi iscritti al quarto anno, due a quelli del quinto. Così, i ragazzi potranno avere ben quattro chance di entrare nell’ambita Scuola a numero chiuso, dato che nella graduatoria nazionale che verrà poi stilata a fine estate sarà conteggiato solo il risultato migliore conseguito nelle quattro prove (chiaramente non sarà obbligatorio, ma soltanto possibile, farle tutte). E tanti saluti allo stress e all’ansia da prestazione concentrati in un’unica selezione "o la va o la spacca", ai primi di settembre.

"Trovo sia un enorme vantaggio per gli studenti – riflette il presidente della Scuola di Medicina e chirurgia dell’Alma Mater, il professor Francesco Saverio Violante –, che potranno così avere ben quattro possibilità di dare il meglio per accedere alla Scuola che desiderano. Se l’idea attualmente al vaglio del Miur verrà confermata ed entrerà in vigore già dall’anno prossimo, come ci si attende, spero sarà apprezzata dagli studenti". Le quattro "finestre" di test si terranno, secondo le prime l’ipotesi, in sedi appositamente allestite, non a domicilio come talvolta accade per i Tolc.

L’anno scorso, gli iscritti al test di Medicina a Bologna erano stati 5.300, quasi mille in più rispetto all’anno prima, che a loro volta superavano già di un migliaio i partecipanti del 2019 e degli anni precedenti, che si erano assestati attorno a una media di 3.000 candidati. Un boom che si era ritenuto ’effetto Covid’. "La pandemia ha acceso l’interesse del Paese per sanità e professioni sanitarie – commenta il professor Violante –, attenzione che si è riflettuta anche sul numero di iscrizioni al test di Medicina. Ma devo dire che ora l’entusiasmo pare scemato, in generale. Comunque, ci aspettiamo molti iscritti, oltre 4.500". Il dato definitivo dei candidati – in particolare di quanti hanno segnalato Bologna come prima scelta – non è stato ancora comunicato alla Scuola di Medicina.

"In ogni caso saranno di certo più candidati che posti disponibili. Ma è un bel segno – prosegue il presidente della Scuola –, perché evidenzia la grande importanza riconosciuta al sistema sanitario italiano. E se posso dare un parere, da medico quasi prossimo alla pensione, è questo: la nostra professione è uno dei lavori più belli che si possa fare nella vita. Non ci si stanca mai di essere medici. Perciò sono felice che tanti ragazzi guardino a questa facoltà per il loro futuro e, con il nuovo metodo di accesso diviso in quattro prove da sostenere in due anni, aumentino le loro possibilità di dare il massimo al test e superarlo brillantemente".

La possibilità di sostenere con il cosiddetto ’Tolc’ il test già alle superiori però non convince tutti: l’Unione degli universitari, per esempio, punta il dito contro la modalità, accusandola tra le altre cose di esasperare la competizione tra gli studenti più giovani e di privilegiare chi proviene dalle famiglie più abbienti, che possono permettersi di pagare corsi privati in preparazione al test.

 

 

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