
Sul luogo dell’incidente a San Matteo della Decima carabinieri, 118 e vigili del fuoco
I due passeggeri della Bmw sono indagati per favoreggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. I due giovani erano sull’auto che ha travolto quella dove viaggiava Bruno Ansaloni, 56 anni, padre di due figli di 23 e 18 anni e imprenditore agricolo di Sant’Agata Bolognese, rimasto ucciso. La moglie, 52 anni, è ricoverata al Maggiore, dove è stata portata in gravi condizioni.
La Bmw, quella mattina, stava scappando dai carabinieri. Il ragazzo alla guida, Mohamed Yazini Amine, fermato, si trova in carcere alla Dozza. Ieri mattina si è svolta la convalida. Il 22enne si è avvalso della facoltà di non rispondere. Difeso dall’avvocato Manlio Guidazzi, è accusato di omicidio stradale. Ma ora, nel registro degli indagati, sono finiti anche i due amici, di 20 e 26 anni, italiani, che erano in macchina con lui nella notte tra sabato e domenica, entrambi con precedenti per spaccio. I tre tornavano da una festa. Dopo l’incidente che è costato la vita a Bruno Ansaloni, i due passeggeri hanno dichiarato ai carabinieri di non conoscere il guidatore. Ma la loro versione, all’interno delle indagini condotte dal pm Francesca Rago, non quadra con il contesto generale. Subito dopo l’incidente, il conducente era scappato a piedi, dalla frazione di San Giovanni in Persiceto, verso casa sua a Castello d’Argile. Proprio qui, il 22enne aveva l’obbligo di dimora dopo l’arresto per spaccio. Anche gli altri due vivono nello stesso paese e, secondo gli inquirenti, si conoscono bene: sarebbero tutti parte dello stesso giro di amicizie. Sono attesi anche gli esiti dei test tossicologici sul guidatore. Nell’auto sono state trovate dosi di cocaina.
Ora, resta l’immenso dolore per la morte terribile di Ansaloni, amato e stimato dalla comunità: dopo un periodo di lavoro in un’azienda privata e un passato nella banda comunale, aveva preso le redini dell’azienda agricola avviata dal padre. "Un lavoro che lo gratificava e che faceva con passione – le parole di Federico, il figlio –. Mio padre era un uomo buono, solare, ha trasmesso a noi figli dei valori: umiltà, onestà e rispetto, era vicino alla parrocchia di Sant’Agata, andava a messa". I familiari non riescono ancora a crederci. "Siamo disorientati, non sembra vero quanto ci è successo. Il dolore è profondo, brucia forte, la rabbia si fa sentire. Vorremmo che la morte di nostro padre trovasse davvero giustizia".