Bologna, 28 settembre 2024 – Una nuova evasione dal carcere minorile del Pratello, la seconda in pochi mesi. Questa volta, però, è durata soltanto poche ore, dato che il giovane detenuto di 18 anni che giovedì sera, approfittando di una visita all’ospedale Sant’Orsola per una contusione al naso dopo un’aggressione subita in cella da altri detenuti, era sfuggito al controllo degli agenti della penitenziaria facendo perdere le proprie tracce, è stato rintracciato ieri pomeriggio proprio dai poliziotti del Nir (il Nucleo investigativo regionale della penitenziaria) coadiuvati dai colleghi della Polfer. Il ragazzo a quanto si apprende era a bordo di un autobus in stazione quando è stato riconosciuto.
Il giovane originario di Foggia era stato arrestato circa un mese fa sempre in stazione per l’aggravamento della misura cautelare a suo carico, perché era fuggito dalla comunità in cui si trovava nel Barese. Qui a Bologna doveva scontare soltanto un’altra decina di giorni di detenzione, prima di tornare in libertà. Ma la sua evasione ora complica non poco la sua posizione. Immediata l’allerta diramata dalla polizia e il coinvolgimento del direttore del carcere, Alfonso Paggiarino, che ha seguito passo passo le ricerche del diciottenne in fuga.
"Non vogliamo entrare nel merito della delicata vicenda – affermano Domenico Pelliccia e Giuseppe Merola del sindacato Fsa Cnpp –, ma occorre un cambio di passo. Servono risposte politiche urgenti per assicurare condizioni equilibrate di lavoro e di vivibilità, nell’interesse comunitario". "Il fatto che tra poche settimane avrebbe finito di scontare la pena, certifica il fallimento del sistema penitenziario nel suo complesso – dichiara invece Gennarino De Fazio, Uilpa Polizia Penitenziaria –. Le carceri, per adulti e minori, non assolvono alle loro funzioni".
Interviene infine il sindacato Fp-Cgil: "Con la situazione caotica che la struttura sta vivendo non si riescono ad avere notizie certe su tutto quello che sta accadendo al suo interno. Di sicuro stiamo assistendo all’implosione di un sistema fallito, con l’ amministrazione che si limita a cercare di riprendere le trattative con i sindacati in una situazione in cui non c’ è più nulla da discutere. Fp Cgil sottolinea che tutto questo era largamente annunciato, legato al sovraffollamento e con le vistose carenze più volte denunciate".
A luglio scorso a fuggire dall’Ipm era stato un diciassettenne tunisino, che aveva compiuto una rapina in via Toscana poco tempo prima. Si era poi costituito, accompagnato dal proprio avvocato, dieci giorni dopo.