
Il convegno dedicato alla ’giftedness’
"Non chiamateci geni". Lo ribadiscono Marco e Sofia, ragazzi ‘gifted’ di quindici e undici anni, le cui testimonianze hanno aperto, ieri mattina, il convegno dedicato al confronto e allo studio sulla plusdotazione cognitiva. Testimonianze che hanno così riavvolto il nastro, portando il pubblico all’interno della loro storia personale, dentro e fuori dalle mura scolastiche, per fare sempre più luce su un tema forse non ancora noto a molti, ma che merita un’importante attenzione da parte di tutti. Come ricordato infatti, la plusdotazione cognitiva, chiamata anche ‘giftedness’, è un insieme di caratteristiche genetiche, psicologiche e del comportamento che identificano una persona come divergente rispetto alla media della popolazione, associato a un quoziente intellettivo maggiore o uguale a 130: si sostanzia in modalità di pensiero, capacità percettive e di analisi della realtà profonde e divergenti, che implicano sensazioni e vissuti emotivi di intensità superiore della maggioranza degli individui. E lo stesso convegno, promosso dal Comitato Gifted Bologna e dal Comune, si è posto così l’obiettivo di mantenere i riflettori ben puntati sul tema, coinvolgendo istituzioni, esperti e genitori, partendo dai passi necessari per effettuare una valutazione neuropsicologica, fino all’approfondimento su prospettive, buone pratiche e strategie consigliate per il sostegno e l’inclusione degli studenti gifted.
"Sulla plusdotazione cognitiva vogliamo dare il nostro contributo. È fondamentale costruire modelli educativi che non lascino nessuno indietro ma, al contrario, valorizzino ogni individuo e le sue caratteristiche – spiega l’assessore comunale alla scuola, Daniele Ara –, non chiamiamoli geni, ma accorgiamoci di loro". "È necessario che questa condizione venga riconosciuta – aggiunge Chiara Galloni, presidente del Comitato Gifted Bologna –, affinché non diventi mai più una situazione di svantaggio e vengano così superati gli stereotipi dovuti alla poca conoscenza".
Nell’analisi presentata ieri mattina, inoltre, è stato sottolineato come il 60% degli intervistati abbia riscontrato difficoltà nel trovare un professionista esperto di giftedness a Bologna. Il 34% ha ipotizzato una plusdotazione grazie a una conoscenza personale dell’argomento, il 22% invece su suggerimento della scuola. "Quando si parla del tema della plusdotazione, serve un approccio pluridimensionale: non è solo un tema di scuola ma anche di welfare, cioè di benessere – commenta l’assessora regionale a scuola e welfare, Isabella Conti –. Le istituzioni hanno l’obiettivo di far stare bene le persone e noi continueremo a rimboccarci le maniche e lavorare per questo".