GIORGIA DE CUPERTINIS
Cronaca

Un faro sui ragazzi plusdotati: "Ogni individuo va valorizzato. Ma non chiamateci geni"

Il convegno dedicato alla ’giftedness’, di chi ha quoziente intellettivo uguale o maggiore a 130. Il 60 per cento degli intervistati dichiara di avere avuto difficoltà nel trovare un esperto del tema.

Il convegno dedicato alla ’giftedness’

Il convegno dedicato alla ’giftedness’

"Non chiamateci geni". Lo ribadiscono Marco e Sofia, ragazzi ‘gifted’ di quindici e undici anni, le cui testimonianze hanno aperto, ieri mattina, il convegno dedicato al confronto e allo studio sulla plusdotazione cognitiva. Testimonianze che hanno così riavvolto il nastro, portando il pubblico all’interno della loro storia personale, dentro e fuori dalle mura scolastiche, per fare sempre più luce su un tema forse non ancora noto a molti, ma che merita un’importante attenzione da parte di tutti. Come ricordato infatti, la plusdotazione cognitiva, chiamata anche ‘giftedness’, è un insieme di caratteristiche genetiche, psicologiche e del comportamento che identificano una persona come divergente rispetto alla media della popolazione, associato a un quoziente intellettivo maggiore o uguale a 130: si sostanzia in modalità di pensiero, capacità percettive e di analisi della realtà profonde e divergenti, che implicano sensazioni e vissuti emotivi di intensità superiore della maggioranza degli individui. E lo stesso convegno, promosso dal Comitato Gifted Bologna e dal Comune, si è posto così l’obiettivo di mantenere i riflettori ben puntati sul tema, coinvolgendo istituzioni, esperti e genitori, partendo dai passi necessari per effettuare una valutazione neuropsicologica, fino all’approfondimento su prospettive, buone pratiche e strategie consigliate per il sostegno e l’inclusione degli studenti gifted.

"Sulla plusdotazione cognitiva vogliamo dare il nostro contributo. È fondamentale costruire modelli educativi che non lascino nessuno indietro ma, al contrario, valorizzino ogni individuo e le sue caratteristiche – spiega l’assessore comunale alla scuola, Daniele Ara –, non chiamiamoli geni, ma accorgiamoci di loro". "È necessario che questa condizione venga riconosciuta – aggiunge Chiara Galloni, presidente del Comitato Gifted Bologna –, affinché non diventi mai più una situazione di svantaggio e vengano così superati gli stereotipi dovuti alla poca conoscenza".

Nell’analisi presentata ieri mattina, inoltre, è stato sottolineato come il 60% degli intervistati abbia riscontrato difficoltà nel trovare un professionista esperto di giftedness a Bologna. Il 34% ha ipotizzato una plusdotazione grazie a una conoscenza personale dell’argomento, il 22% invece su suggerimento della scuola. "Quando si parla del tema della plusdotazione, serve un approccio pluridimensionale: non è solo un tema di scuola ma anche di welfare, cioè di benessere – commenta l’assessora regionale a scuola e welfare, Isabella Conti –. Le istituzioni hanno l’obiettivo di far stare bene le persone e noi continueremo a rimboccarci le maniche e lavorare per questo".