BENEDETTA CUCCI
Cronaca

Un ’Giardino’ per raccontare l’arte eterna. In Pinacoteca un percorso con MAMbo

La nuova mostra, ideata da D’Orazio e Balbi, mette in ’risonanza’ opere del Museo nazionale con 16 artisti contemporanei. Allestita nel Salone degli Incamminati, dà spazio ai tesori del depositi e del Gabinetto dei disegni e delle stampe.

La nuova mostra, ideata da D’Orazio e Balbi, mette in ’risonanza’ opere del Museo nazionale con 16 artisti contemporanei. Allestita nel Salone degli Incamminati, dà spazio ai tesori del depositi e del Gabinetto dei disegni e delle stampe.

La nuova mostra, ideata da D’Orazio e Balbi, mette in ’risonanza’ opere del Museo nazionale con 16 artisti contemporanei. Allestita nel Salone degli Incamminati, dà spazio ai tesori del depositi e del Gabinetto dei disegni e delle stampe.

Con questo caldo che opprime Bologna la prima opera della mostra ’Il giardino delle risonanze’ che si incontra scendendo le scale verso il Salone degli Incamminati della Pinacoteca, strappa un sorriso e un sospiro di sollievo: si intitola Rodilla, è di Anna Tappari, artista cesenate classe 1999 che ha studiato alla nostra Accademia, ed è un’installazione sonora per cinque ventilatori in funzione, quattro altoparlanti, paillettes, campanellini. Al centro della stanza si ruba la scena, ma nella mostra ’Il giardino delle risonanze’, al via il 27 giugno, progetto in collaborazione tra Pinacoteca e MAMbo e l’ideazione di Costantino D’Orazio e Lorenzo Balbi, è messa in dialogo non solo con oggetti materiali dei Musei nazionali di Bologna, come un’olio su rame di anonimo bolognese del XVII secolo o un’incisione novecentesca, ma anche con un brano musicale del compositore ferrarese Frescobaldi, ’Se l’aura spira’ del 1630, dedicata a un giardino, per creare un’ulteriore evocazione. Cosa simboleggia? "L’aria fresca di cui tutti noi abbiamo bisogno e che l’arte a volte riesce a darci, in questo caso anche fisicamente", spiegano i curatori Giulia Adami e Valerio Mezzolani. ’Il giardino delle risonanze’ (titolo che riporta alla memoria il passato del salone degli Incamminati, un tempo un giardino, ora coperto con un cortile che connette Accademia di Belle Arti e Pinacoteca) è un progetto costruito tutto così, con i due musei che intrecciano i propri percorsi espositivi e sedici artisti contemporanei della scena bolognese che si confrontano con opere emerse dai depositi e dal Gabinetto disegni e stampe dei Musei Nazionali. Ci sono anche tre prestiti dal Museo Morandi e uno dalla Biblioteca dell’Archiginnasio. Così tra le incisioni emerge un Picasso del 1933, ’Il Minotauro con una donna tra le braccia’, che alla fine dell’esposizione è messa in relazione con l’opera musicale di Emidio Clementi e Stefano Pilia e le installazioni di Federico Zamboni e Filippo Tappi. Un altro dialogo visivamente intrigante è quello tra il ’Colosso’ di Zapruder, una roccia in gommapiuma, ’Sisifo’ in terracotta di Filippo Scandellari di metà del XVIII secolo e ’Il supplizio di Sisifo Issione e Tantalo’, matita su carta da un taccuino di Felice Giani, anche questo dal Gabinetto dei disegni. E ancora il ritratto di Clemente XIII di Mengs, incastonato in un’opera fatta ad hoc per la mostra da Cuoghi e Corsello, la Figura al lavabo di Francis Bacon e il Busto di Muzio Frangipane modellato da Alessandro Algardi che parlano con il lavoro poetico e sensoriale di Eva Marisaldi ed Enrico Serotti; l’opera di Alessandra Dragoni e Arianna Zama che tocca l’argomento del paesaggio tra grafica, pittura e fotografia da Giuseppe De Nittis a Giorgio Morandi.

Ma risonanze saranno anche al MAMbo, con l’incontro fra il capolavoro novecentesco di Renato Guttuso, I funerali di Togliatti, e la pittura ottocentesca rappresentata da due tele di Antonio Muzzi ed Enrico Romolo, rispettivamente intitolate Giulio Sabino davanti a Tito, una scena di storia romana, e Un’eroina della sfortunata Carini in Sicilia, effigie di una popolana risorgimentale. Fino al 14 settembre.

Benedetta Cucci