di Rosalba Carbutti
"Un altro colpo ferale. Non so quanti sopravviveranno a questo nuovo lockdown mascherato, per noi è una pagliacciata. Andrà a finire che saremo costretti a chiudere...". Lo chef Vincenzo Vottero, presidente dei ristoratori Ascom-Bologna e titolare del ristorante Vivo Taste Lab, è infuriato.
Le nuove misure del governo prevedono una stretta: chiusure alle 18 per bar e ristoranti. Che cosa significa per la sua categoria?
"Per noi è una pagliacciata, significa non farci lavorare completamente. Il governo auspica il lavoro a distanza, quindi noi a mezzogiorno con chi lavoriamo? Se tutti sono in smart working, nessuno verrà più a pranzo da noi. Per dire, a mezzogiorno ci sono locali vicino a via Indipendenza in centro a Bologna che venerdì a pranzo hanno fatto zero coperti. Qui è la follia pura".
I contagi aumentano, servono sacrifici, dice il premier Conte...
"Non siamo noi gli untori. Certo, magari qualcuno di noi se n’è approfittato, ma la maggior parte di noi è in regola. Ma non credo che bar e risotranti siano i veicoli più importanti del contagio...Ci sono cose più richiose. Noi in 8 mesi ci siamo dovuti attrezzare, gel mascherine distanziamento etc... E il governo che cosa ha fatto, a parte i banchi con le rotelle?".
Conte, però, ha rassicurato sull’arrivo di ristori per le categorie colpite dal decreto. Non basta?
"Bene. Ma noi a queste buffonate non crediamo. Abbiamo collaboratori che aspettano la cassa integrazione da luglio. I soldi non ci sono... Non vogliamo essere presi per i fondelli. Andiamo a vedere che cosa sono i ristori. Ci sono colleghi esasperati che non vogliono pagare le tasse. Io penso che vadano pagate...ma già una buona soluzione sarebbe il congelamento dei canoni d’affitto e la sospensione di tutte le tasse fino a fine emergenza".
Scenderete in piazza?
"La Fipe regionale e Confcommercio ha organizzato una manifestazione in Piazza Maggiore mercoledì alle 11.30 che sarà anche in altre diciotto città. È stata autorizzata, saremo tutti con la mascherina, distanziati. Rimanendo nella civiltà, servono delle azioni incisive. Dobbiamo farci sentire in modo più concreto".
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