"Un problema di sicurezza, ma anche educativo"

Dati alla mano, il fenomeno delle baby gang continua a confermarsi sempre più allarmante. Ma per impugnare gli strumenti giusti e contrastare il problema, "è necessario studiare risposte strutturali che partano anche dalla realtà di ogni giorno". Così la consigliera comunale di Bologna Ci Piace, Samuela Quercioli, e Matteo Di Benedetto, Lega, che sottolineano come "i numeri sulla criminalità giovanile certificano una situazione conclamata da tempo, che riguarda tutta la città metropolitana. Più volte abbiamo sottolineato come l’alto tasso di crimini posti in essere da giovani e giovanissimi destino una forte preoccupazione non solo dal punto di vista della sicurezza, ma anche da quello educativo e sociale. L’ossatura della nostra società del domani sta crescendo in un terreno culturale e in un ambiente che evidentemente è a tratti cedevole".

È per questo, infatti, "che tramite un ordine del giorno sottoscritto da tutta la minoranza – continuano i due consiglieri – abbiamo proposto di integrare la commissione di esperti scelti dal Comune con figure di educatori quotidianamente a contatto con i ragazzi e con le loro dinamiche sociali. Inoltre, serve un’alleanza tra scuole, università, famiglie e istituzioni. Mettere solo esperti teorici che si occupano principalmente delle situazioni di devianza significa rinunciare alla possibilità di poter disegnare un quadro il più completo possibile". Combattere il fenomeno, insomma, avvalendosi di un coinvolgimento diretto: "Scartare questa possibilità, solo perché la proposta viene dalle minoranze, è sintomo di miopia politica: significa essere incapaci di cogliere la profondità e la complessità della situazione. Per questo chiediamo alla maggioranza di fare un passo indietro che sia anche un passo avanti, seguendo la nostra proposta, per guardare al bene della comunità e dei nostri giovani".

g. d. c.

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