Sinisa Mihajlovic, un segno indelebile sulla città

Una storia da ricordare

Mihajlovic riceve dal Comune la cittadinanza onoraria

Mihajlovic riceve dal Comune la cittadinanza onoraria

Bologna, 7 settembre 2022 - Potessero tornare indietro, forse, Mihajlovic e il Bologna cambierebbero solo una cosa di questo addio: i tempi. Perché lasciarsi così, con un finale denso di disincanto, incomprensione e anche un po’ di rabbia, non rende giustizia a cosa Sinisa ha rappresentato per il Bologna e il Bologna per lui. L’esonero di ieri ricorda una volta ancora che le favole, nel calcio, non esistono più. Ma una cosa va detta: nella storia del club, e in parte anche della città, c’è un prima e un dopo Sinisa. Dal punto di vista calcistico, innanzitutto. Al di là degli ultimi deludenti risultati, il ciclo di Mihajlovic è quello che – primo e unico nell’era Saputo – si è avvicinato più di tutti ai sogni di grandeur rossoblù. Certo, i palcoscenici europei e il traguardo dei famosi 50 punti sono rimasti lontani, ma il mister serbo ha cercato il più possibile di dare un’identità di gioco coraggiosa e spavalda a una squadra storicamente coperta e attendista. La rivoluzione è riuscita a metà, ma che bel calcio abbiamo visto alcune domeniche al Dall’Ara e in molti altri stadi italiani. Poi c’è un prima e un dopo dal punto di vista umano, quello più importante. E qui le parole non bastano (o non servono) per descrivere ciò che Mihajlovic ha dimostrato e rappresentato per migliaia di persone, malati e non, con il suo comportamento. C’è solo da togliersi il cappello. E da ricordarsi che Sinisa, comunque sia finita questa storia, a Bologna ha lasciato un segno che non si potrà cancellare.