Una targa ricorda Fabio Cappai

Affissa dal padre della fidanzata del ragazzo ucciso a coltellate a metà luglio al campo sportivo

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Una targa in memoria di Fabio Cappai ad un mese di distanza dalla tragedia. Non si placa il dolore della comunità alidosiana per quell’assurdo omicidio che, nella notte tra il 15 ed il 16 luglio scorsi nei pressi del centro sportivo ‘Marco Simoncelli’ di Castel del Rio, ha strappato alla vita un giovane di 23 anni.

Una banale lite tra ragazzi, innescata da qualche parola di troppo e qualche probabile vecchia ruggine, sfociata in aggressione con tanto di fatale accoltellamento. Dietro le sbarre c’è un ragazzo di 16 anni reo confesso, detenuto nel carcere minorile del Pratello.

Così Matteo Ferro, padre della fidanzata di Cappai, ha realizzato una targa che è stata affissa nei giorni scorsi a pochi passi dal luogo del dramma: "Per il nostro amico Fabio", riporta la scritta, prima di una frase di Sant’Agostino che evoca il potere del ricordo e quell’incondizionato amore che non conosce distanze tra cielo e terra: "Non piangete la sua assenza, sentitevi vicino e parlategli ancora, vi amerà dal cielo come vi ha amato sulla terra". Queste le parole sulla targa.

Sull’iniziativa è intervenuto anche il sindaco del paese, Alberto Baldazzi: "Hannah Arendt parlò di ‘banalità del male’ nella sua profonda riflessione sull’olocausto – commenta il primo cittadino –. L’irruzione dell’assurdo e del dolore ha, in fondo, qualcosa di spaventosamente semplice. Nasce vicino a noi, dove non sospettiamo nemmeno".

E ancora: "Il nostro primo pensiero va alla famiglia di Fabio – conclude l’amministratore -. A quella straordinaria compostezza dimostrata al cospetto di un così grande dolore. Il secondo spunto è rivolto ai giovani nell’auspicio che sappiano scorgere le insidie per evitarle".

L’insensato omicidio di Fabio Cappai era avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 luglio, nel paese famoso per aver dato i natali alla famiglia degli Alidosi. Un fatto di sangue di enorme portata, per la giovanissima età della vittima, per l’ancora più verde età dell’omicida e per l’insussistenza di motivi (se mai ne esistessero per sfoderare un coltello e colpire).

m. g.

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