Unibo restauro via Zamboni, l'architetto: "I palazzi universitari risplenderanno"

Colonelli gestisce il progetto che partirà in autunno: "Puntiamo sulla conservazione e la riqualificazione di facciate, portici e corti interne"

L'architetto Marco Colonnelli gestisce il progetto

L'architetto Marco Colonnelli gestisce il progetto

Bologna, 10 giugno 2022 - Si chiama ‘Prospettiva Zamboni’. È il grande progetto di restauro di portici e facciate dei palazzi storici dell’Alma Mater, nel tratto fra piazza Verdi e piazza Puntoni, su entrambi i lati della strada. I cantieri interesseranno i palazzi di via Zamboni che ospitano Filologia classica e Italianistica, Lettere, la Biblioteca di discipline umanistiche, il dipartimento di Filosofia, la biblioteca ‘Giuseppe Testoni’ (del dipartimento di Scienze aziendali), Palazzo Poggi, il dipartimento di Scienze giuridiche ‘Antonio Cicu’ e la biblioteca dell’Istituto delle Scienze. Si tratta di edifici che – a partire dal cinquecentesco Palazzo Poggi, sede del rettorato – fanno parte del cuore dell’Ateneo. Il nome, ‘Prospettiva Zamboni’, "nasce dalla magnifica visuale, dalla profondità di ottica che si può godere stando in mezzo alla via", spiega l’architetto Marco Colonnelli, incaricato del restauro.

L’intervento – che ha ottenuto il decisivo placet della Soprintendenza, e che per l’Università sarà seguito, nel ruolo di Rup (responsabile del procedimento), dall’architetto Carmen Carrera, responsabile del settore Coordinamento attività edilizie – dovrebbe partire in autunno.

Architetto Colonnelli, in cosa consiste l’intervento?

"Nel restauro conservativo delle facciate, dei portici e del sistema dei sottoportici (pavimentazioni, volte e pareti interne dei portici) e nella riqualificazione della corte interna del dipartimento di Scienze giuridiche ‘Antonio Cicu’".

Quanto dureranno i lavori?

"Circa 18 mesi. Interverremo su circa 500 metri lineari di facciate porticate. Al di là della tecnologia necessaria per gli interventi diagnostici preliminari: analisi in microscopia elettronica a scansione, analisi in spettroscopia, si tratta di interventi di restauro che prevedono ancora un alto tasso di artigianalità. E che richiedono cicli di lavorazione lenti".

Qual è lo stato di salute dei palazzi e dei portici?

"Ci sono stati diversi di conservazione. Che richiedono diverse modalità di intervento. Nei tratti più degradati saranno necessari anche il restauro delle pavimentazioni, il recupero di soglie, cornici, capitelli, fregi e basamenti in arenaria".

I portici sono tutelati dall’Unesco. Il restauro assume un’importanza anche simbolica.

"Mi piacerebbe che i portici fossero vissuti e sentiti in modo diverso, specie dagli studenti. Sarebbe bello che non fossero solo il luogo del passeggio, ma anche spazio, per esempio, di promozione di eventi culturali, di attività artigianali. Più in generale, credo che questi luoghi dell’Università andrebbero più vissuti dai bolognesi, senza paura".

Di che epoche sono i palazzi oggetto dei restauri?

"Si va dal Cinquecento al Settecento. Con l’eccezione di piazza Scaravilli, realizzata negli anni ’40 del Novecento. Tutti gli edifici oggetto di intervento sono quindi di interesse storico-architettonico. A esclusione del complesso di piazza Scaravilli (interesse documentale) e di via Zamboni 34 (interesse documentale del monumentale)".

Tema ineludibile: graffiti, tag e vandalismo grafico. Come lo affrontate?

"Penso si possa replicare il protocollo di manutenzione che abbiamo messo in atto dopo il recente restauro del portico di Mineralogia, a porta San Donato. Sta dando risultati confortanti".

Di cosa si tratta?

"Di avere una riserva dei colori e dei prodotti utilizzati per il restauro. E di prevedere con chiarezza modalità di intervento per pulizia e manutenzione in caso si dovessero ripetere azioni di vandalismo grafico".

È previsto l’uso di protettivi?

"Alla fine del restauro, che prevede l’eliminazione degli imbrattamenti esistenti, sarà applicato sulle superfici un ‘protettivo sacrificale’. Utilizzeremo soluzioni in grado di ridurre la penetrazione degli inchiostri in profondità, facilitando l’intervento di rimozione degli imbrattanti".

Al termine dei lavori ci sarà una formale inaugurazione?

"Nulla è ancora definito. Ho coordinato in questi mesi un collettivo di fotografi, artisti e attori che sta lavorando a un’idea di festa di strada per raccontare il lavoro fatto. Ma è una nostra iniziativa che dovrà essere eventualmente concordata con l’Università".

 

 

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