Unibo, Zaki ospite virtuale L’appello: "Resisti Ucraina"

All’inaugurazione dell’anno accademico anche la ministra Maria Cristina Messa: "Siamo pronti a ospitare studenti rifugiati in fuga dalla guerra nell’Est Europa"

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di Francesco Zuppiroli

L’Alma Mater spalanca le porte sul nuovo anno accademico e lo fa con un’inaugurazione solenne, alla presenza di tutte le maggiori cariche istituzionali e politiche della città nell’aula magna di Santa Lucia, e alla presenza di un ospite d’onore. Alla ‘presenza’, seppure virtuale, di Patrick Zaki, collegatosi dall’Egitto per rinnovare tutta la propria vicinanza e gratitudine nei confronti della città e del "mio" Ateneo, come ha tenuto a ribadire, ma anche per esprimere la propria solidarietà a un’altra situazione di grande sofferenza come quella del popolo ucraino. Al di là degli ospiti, proprio il conflitto nell’Est Europa è stato il tema principale ad anticamera dell’inaugurazione, con lo stesso Zaki che ha fatto un appello chiaro: "Basta guerra. Resisti forte Ucraina".

E sempre riguardo alla solidarietà per l’Ucraina, devastata dalla guerra di questi giorni, si è soffermata anche l’altra ospite d’eccezione dell’inaugurazione, la ministra dell’Università e della ricerca Maria Cristina Messa. "Stiamo monitorando come Governo ciò che sta accadendo in Ucraina – ha detto – e da subito ci siamo attivati per coordinare attività che prevedano l’accoglienza e la solidarietà verso il popolo ucraino. La situazione è in continua evoluzione. Come Ministero coordiniamo anche le disponibilità degli Atenei a ospitare eventuali rifugiati e monitoriamo la presenza degli studenti, anche se per il momento non abbiamo segnalazioni in merito. Negli Atenei ci sono oltre tremila studenti ucraini e cercheremo di sostenerli in tutti i modi". La ministra ha infine definito "un onore inaugurare l’anno accademico dell’università di una città che ieri (venerdì, ndr) non ha esitato a scendere in piazza in un numero impressionante di cittadini. Questo è un segno per tutti noi, per fare sentire la nostra voce di pace, confronto e solidarietà".

La stessa ugualmente confermata per lo studente egiziano in un "abbraccio virtuale" al termine di un "lungo viaggio", come definito da Zaki, durato 22 mesi di prigionia. Un lungo viaggio durante il quale "da quando sono stato rilasciato tutti riconoscono come l’università di Bologna sia il vero cardine della conoscenza, una luce affidabile che agisce concretamente per i valori su cui si fonda e che insegna ai suoi studenti – ha spiegato –. Qualsiasi cosa io dica non sarà mai sufficiente a dimostrare ciò che provo. In prigione, quando mi sentivo giù, pensavo alla mia famiglia, all’università e alla città di Bologna e mi dicevo che dovevo resistere". E ancora, un passaggio in chiusura di discorso in cui lo studente Unibo iscritto al corso Gemma ha spiegato: "Dalla mia piccolissima cella ho sognato spesso questo momento: la prima parte del sogno si è avverata, la seconda si avvererà appena tornerò nella mia Bologna".

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