
Carlo Cimbri, numero uno di Unipol. In piccolo, Elon Musk, patron di ’X’
Unipol non si pente dell’investimento in ’X’. Lo conferma Carlo Cimbri, numero del colosso assicurativo bolognese, che nel 2022 fu l’unico co-investitore italiano di Elon Musk (e tra i pochi europei) nell’acquisizione dell’allora Twitter, la controversa piattaforma social dalla quale il patron di Tesla e ormai ex-sodale di Donald Trump lancia le proprie campagne politiche (come quelle, per esempio, a favore dell’ultra-destra tedesca).
A distanza di tre anni Cimbri non sconfessa quell’investimento, nonostante le idee ’Maga’ di Musk. "Non siamo pentiti", assicura a margine di un evento a Bologna per gli 80 anni di Camst.
"Onestamente abbiamo fatto un investimento, come ebbi a dire a suo tempo, per favorire un ponte con quella che a quell’epoca era la frontiera più avanzata o una delle più avanzate nell’innovazione tecnologica. Nello stesso tempo, Musk era un imprenditore che aveva dimostrato di saper far fruttare i denari dei propri investitori...", spiega il presidente di Unipol.
Da qui, "la deriva politica è una cosa successiva a questa. Il Musk della prima ora era semplicemente un imprenditore un po’ visionario che passava da strumenti di pagamento come Pay-Pal all’auto elettrica di Tesla", rimarca il manager.
"Noi abbiamo un’idea chiara di quello che deve essere un’impresa: un’impresa, soprattutto una grande impresa come la nostra, non fa politica. O meglio, fa magari politica sociale attraverso le proprie azioni, ma deve essere equidistante dalla politica propriamente intesa, non stare da una parte e dall’altra, ma lavorare nell’interesse di tutti i propri clienti che hanno tutte le opinioni politiche del mondo", puntualizza il numero uno del gruppo assicurativo dal cuore cooperativo.
Guardando al merito dell’impegno in ’X’, l’ex Twitter, Cimbri fa sapere di "non aver investito ulteriormente, detto questo, però, però l’investimento non va male".
Peraltro, ricorda il numero uno del colosso bolognese, attraverso ‘X’ Unipol è socia anche di Neuralink, un’azienda statunitense di neurotecnologie, fondata da un gruppo di imprenditori, tra cui sempre Musk, che si occupa di sviluppare interfacce neurali impiantabili.