Bologna, muri imbrattati all’Unibo. Molari: “Vandalismi e accuse inaccettabili”

La rabbia del rettore dopo le scritte del collettivo Cua su Palazzo Paleotti: "Un danno per tutti gli studenti". La Digos indaga sugli autori

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Il muro imbrattato in via Zamboni, accanto all’ingresso di Palazzo Paleotti, e il rettore Giovanni Molari

"Una premessa. Ogni atto di vandalismo implica costi per l’Ateneo, e la somma annua di questi costi è molto alta. Gli studenti dovrebbero sapere che comportamenti come questi vanno di fatto a loro danno. Nel caso specifico, poi, si protesta contro l’Ateneo per un accordo con il Ministero della Difesa che è destinato a recuperare, per usi civili e per usi studenteschi, aree militari. E si accusa l’Ateneo, che è costantemente impegnato nel contrastare la violenza di genere, di alimentare indirettamente la cultura dello stupro. La pretestuosità di queste accuse non merita commenti e i comportamenti che ne seguono sono inaccettabili". Durissimo il commento del rettore dell’Unibo Giovanni Molari sulle scritte e gli imbrattamenti perpetrati dal Cua – Collettivo universitario autonomo – e dalle attiviste di ’Laboratorio Cybilla’ sui muri di Palazzo Paleotti, in via Zamboni, durante una manifestazione di due sere fa.

"La cultura dello stupro è il prodotto sano di un mondo militarizzato", una delle scritte enormi, vergate con bomboletta di vernice spray nera, in enormi lettere maiuscole sulla facciata accanto a piazza Verdi. L’ennesimo episodio di questo tipo che, ancora una volta, vessa il cuore della zona universitaria e i suoi edifici storici. L’imbrattamento è avvenuto mercoledì sera attorno alle 23.30 e, ha fatto sapere il collettivo, l’obiettivo era "imprimere il nostro messaggio di diserzione alla guerra sul muro dell’Università di Bologna", e protestare "contro la violenza e le molestie nei confronti delle donne".

A redigere le scritte è una ragazza incappucciata e con mascherina chiurgica, quindi piuttosto travisata, mentre accanto a lei altre ’colleghe’ a petto nudo protestano con scritte dal simile tenore riportate a pennarello direttamente sulle loro schiene: tutto questo è visibile online sul video poi pubblicato su Youtube e condiviso sui propri canali social dallo stesso Collettivo. Le immagini sono ora al vaglio della Digos: l’obiettivo è quello di identificare al più presto gli autori degli imbrattamenti.

Palazzo Paleotti è di Comune e Regione, ma da anni in uso all’università, e vi ospita anche una delle sale studio più frequentate; ora, toccherà ripulirne i muri per l’ennesima volta. Per di più l’edificio storico è appena a un numero civico di distanza dai palazzi dell’Unibo che presto saranno interessati dai lavori di restauro: 500 metri di portici su via Zamboni, da entrambi i lati, a partire dall’incrocio con Largo Trombetti fino a piazza Puntoni.

Gli interventi, che verranno in parte finanziati da un bando del Ministero dell’istruzione, coinvolgeranno tra gli altri Palazzo Poggi e la storica sede di Lettere; alle loro pareti, una volta rimossi scritte e ’tag’, stando al progetto si dovrebbero applicare speciali ’pellicole’ protettive antigraffiti, che permetteranno di rimuovere eventuali nuove scritte con un semplice solvente e senza dovere intonacare di nuovo.

 

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