Uno bianca: l’intercettazione esclusiva sulla testimone chiave

Il Carlino in possesso del file con una telefonata-choc del padre di Simonetta Bersani (poi finita nei guai per calunnia contro i Santagata): "I capi sono venuti qui e dicono che prendono un grande avvocato per aiutarla"

Uno bianca, la telefonata choc

Uno bianca, la telefonata choc

Bologna, 5 gennaio 2022 - La verità, sulla strage del Pilastro (foto), "è monca". E tra quei "troppi punti oscuri", sottolineati alcuni giorni fa dai familiari dei carabinieri trucidati dalle mani dei fratelli Savi e che ora chiedono la riapertura delle indagini, c’è anche la testimonianza di Simonetta Bersani, la grande accusatrice dei fratelli Santagata (raccontò di aver visto delle fiammate tra Peter e il finestrino dei carabinieri uccisi), finiti alla sbarra per l’eccidio e poi assolti dopo la confessione dei Savi.

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La Bersani, all’epoca definita supertestimone, fu indagata per calunnia ma, nel 2007, per scadenza dei termini venne archiviata, senza mai andare a fondo sul perché di quelle sue dichiarazioni. Oggi, però, emerge un ulteriore e importante dettaglio che finirà nell’esposto che le famiglie di Otello Stefanini, Mauro Mitilini e Andrea Moneta, presto depositeranno in Procura per chiedere piena luce sulla notte del 4 gennaio 1991. Quel dettaglio è una intercettazione telefonica (ascolta) del 28 agosto 1992 tra Marino Bersani, padre di Simonetta, e Enzo, "un carabiniere in pensione e amico di famiglia".

I capi. La telefonata – di 15’ e 35’’, trascritta solo quattro anni dopo e depositata dal consulente tecnico il 28 maggio 1996 – finì agli atti del procedimento penale 396/92 "Barbara Marchesi + 2", per i falsi e le calunnie. Siamo alla fine dell’estate, la famiglia Bersani è da poco rientrata dalle ferie, argomento di apertura della chiacchierata tra Marino e Enzo. Ma il reale motivo, per Bersani, è informare l’amico che la figlia Simonetta "ha lasciato quel matto", che continuava a minacciarla per aver accusato i Santagata (Andrea Semilia, l’ex fidanzato, era infatti amico di Peter, ndr).

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Al ritorno a Bologna, i Bersani vivevano in via Casini al Pilastro, Simonetta era molto preoccupata, finita sulla bocca di tutti per quelle bordate che portarono alle manette. "Ha fatto una settimana di crisi, non mangiava più... era andata – così Marino – in crisi completamente, poi s’è rifatta un po’...". Ma proprio "dopo essere arrivata a casa", qualcuno avrebbe fatto pressioni su di lei. Bersani: "Gli sono saltati addosso subito tutto... i capi là e sono poi venuti qui, se la sono portata fuori, tutte le sere la portano fuori e poi gli han spiegato... adesso lei il suo problema è che il 18 va a processo, capito, allora lei aveva già... aveva già drizzato le orecchie. E poi l’altra sera la sono venuti a prendere i capi, poi le han spiegato tutto e...". Il quasi monologo di Bersani prosegue: "Hanno detto che ci pensano loro, dicono noi ti prendiamo un grande avvocato e non ti preoccupare e poi noi siamo tutti con te , la cosa durerà , dice, un quarto, venti minuti ". Non è finita: " Capito, non ti preoccupare che noi ti salviamo, perché siamo tutti con te...noi il C... il C.N.N. non...tutto...tutti siamo con te e allora non... ".

"Non ricordo". All’improvviso, al citare quelle sigle, si sente un "piano", pronunciato da una voce femminile, con tutta probabilità la moglie di Bersani che era vicino a lui. Per quale motivo bisognava fare "piano"? Non bisognava parlare, nè fare certi nomi? E poi chi erano i "capi" che avrebbero tranquillizzato Simonetta che presto sarebbe andata a deporre in tribunale? Chi erano quel "C" e quel "CNN", quasi stoppati dalla moglie?

Nell’udienza del 24 ottobre 1996, Marino Bersani viene sentito come teste ma non chiarirà la telefonata, nonostante le tante domande dell’avvocato Alessandro Gamberini (difensore della famiglia Mitilini) e del presidente dell’Assise, mentre il pm Valter Giovannini depositò l’integrale trascrizione per via "delle difficoltà del testimone a ricordare". Bersani, tra non ricordo e non so, in maniera molto confusionaria, disse che il riferimento ai capi sarebbe stato "forse alla polizia della sua scorta, venivano quelli che la scortavano".

Ma perché i capi? "Lei intendeva forse i superiori?". Risposta: "Magari vedevo un uomo e pensavo ai capi. Magari i capi pattuglia, ma non ricordo". E quei C. e CNN? "Si riferiva a qualche organismo?". Nulla. "Non ricordo, non saprei dire cosa è composta il CNN". Marino Bersani, classe 1941, è scomparso qualche anno fa.

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