
Uno stadio per il maestro del calcio
Tornano i colori, la musica, i profumi e i sapori, il divertimento del tradizionale appuntamento di inizio ottobre. "Granarolo in Festa" 2023 proporrà un fine settimana, sabato e domenica, pienissimo di eventi nel centro del capoluogo. Due giorni da gustare tra cibo, danze, sport, cultura, giochi: come sempre con l’organizzazione del Comune in collaborazione con la Pro Loco e con tantissime associazioni del territorio che saranno protagoniste con le loro attività e proposte. Sabato, dalla mattina, sulla via San Donato si troverà il mercato straordinario Fiva & hobbysti Fantacrea, uno stand gastronomico nel piazzale dietro il Municipio, il luna park e le giostre e l’esposizione macchine agricole in via Ghiaradino.
Nella stessa giornata, poi, dove i negozi rimarranno aperti, si terrà, alle 19, la sfilata delle Associazioni sportive del territorio, a cura della Consulta dello Sport, accompagnata dalla Banda Giovanile di Budrio e ‘Concerto e comicità’: spettacolo del gruppo musicale "I Sanissimi" alle 21.45 in piazza del Popolo. Domenica, invece, prima di tante attività in paese, tra mercatini, stand gastronomici e spettacoli per adulti e bambini, alle 10.15 si terrà, alla presenza delle istituzioni, l’intitolazione dello stadio comunale di Granarolo dell’Emilia a Luciano Bonarelli "Bonus". Amato e noto da tutti, e non solo a Granarolo, nacque a Bologna nel 1929. All’età di 15 anni iniziò a lavorare come apprendista e poi operaio all’azienda Menarini, dove è rimasto, anche come sindacalista, fino alla pensione. A 25 anni, giocando a calcio, si ruppe il crociato del ginocchio e appese le scarpe al chiodo, decidendo di fare l’allenatore, solo per passione. Iniziò con la polisportiva Guernelli, poi passò al Cba Calori di Cadriano e approdò infine a Granarolo, dove ha sempre vissuto.
Portò la squadra dalla 3ª categoria alla Promozione negli anni 6070. Poi, non avendo il tesserino per allenare nelle serie superiori, gli fu affidata la squadra juniores con cui vinse per due anni di fila il campionato. Da lì in poi ha allenato solo squadre di bambini con cui ha vinto tantissimo, fino a diventare l’idolo dei piccoli calciatori e dei genitori, al punto che tanti mandarono i figli al campo solo perché c’era il "Bonus". Dopo i 70 anni decise che era arrivato il tempo di non allenare più e divenne il custode del campo: puliva gli spogliatoi, preparava il thè per le squadre, lavava le mute, diventò dirigente accompagnatore della squadra del Rainbow. Viveva più al campo che a casa, a tarda sera era sempre l’ultimo ad uscire dal centro sportivo. E questa passione l’ha trasmessa anche al pronipote Diego, che ora dodicenne gioca nel Granamica.
Zoe Pederzini