
I carabinieri in via Zanolini, al civico 16
Domiciliari a casa della madre, ad Aosta, invece del carcere. Questa la richiesta dell’avvocato Chiara Rizzo per la sua assistita, Lorenza Scarpante, 56enne accusata di aver assassinato il marito Giuseppe Marra, 59 anni, trovato morto in un lago di sangue nella loro abitazione di via Zanolini, al civico 16, la mattina del 27 maggio.
I giudici del Riesame, con il collegio presieduto da Pier Luigi Di Bari, si sono riservati la decisione e oggi dovrebbero esprimersi in merito. Il pm Manuela Cavallo non si è opposta alla richiesta della difesa.
In tribunale assente l’indagata Scarpante, che ha già negato ogni responsabilità, dopo una decisione presa insieme alla sua legale Rizzo. "In carcere sta leggendo molto", ha spiegato l’avvocato all’uscita dal Riesame. "La sua unica preoccupazione ora sono i figli. Avrebbe voluto vederli, ma per ora abbiamo ritenuto più opportuno non farli incontrare", prosegue Rizzo. Poi ha concluso: "Se crediamo nel principio di innocenza questa signora deve andare a casa".
Agli atti – le indagini sono dei carabinieri – c’è già una relazione medico legale dove si parlerebbe di omicidio, ma si dice anche che non si possono escludere altre ipotesi e servono ulteriori approfondimenti per chiarire se l’uomo abbia avuto, ad esempio, un malore. Dall’autopsia del medico legale Filippo Pirani inoltre sono emersi quattro colpi alla testa e ferite varie, provocati da colpi contro gli angoli dei muri. I primi esiti tossicologici avrebbero confermato che i due avevano assunto droghe. Avevano avuto un rapporto conflittuale, c’era stata una separazione, poi da marzo erano tornati a vivere insieme.