Tragedia di Ustica 1980, l'anniversario. Mattarella: "Ferita nella coscienza del Paese"

Quarantadue anni fa precipitava il Dc-9 Itavia spezzando 81 vite, le parole del presidente della Repubblica. I familiari delle vittime: "Un muro di silenzi e depistaggi". Lepore: "Le istituzioni dicano la verità"

Strage di Ustica, Mattarella davanti ai resti del Dc-9

Strage di Ustica, Mattarella davanti ai resti del Dc-9

Bologna, 27 giugno 1980 - Ventisette giugno 1980: dopo 42 anni è ancora un mistero sulla strage di Ustica, il disastro aereo che ha segnato la memoria del Paese. Quel giorno si spensero 81 vite, quando il DC-9 della società Itavia precipitò in mare nel viaggio fra Bologna e Palermo. 

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Oggi, a Palazzo D'Accursio, l'incontro fra il sindaco Matteo Lepore e i parenti delle vittime. Presenti Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione Parenti delle Vittime della Strage di  Ustica, Alessandro Gamberini, avvocato dell'Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica ed Emma Petitti, presidente dell'Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna.

I parenti delle vittime: "Un muro di silenzi e depistaggi"

Sulla strage di Ustica "è il momento di chiedere ai giudici una parola definitiva e di chiedere, allo stesso tempo, un impegno forte e chiaro al Governo e alla diplomazia affinchè forniscano agli inquirenti ogni tipo di informazione dagli Stati amici e alleati che avevano aerei in volo quella sera". Così la presidente dell'Associazione dei parenti delle vittime, Daria Bonfietti, dall'aula del Consiglio comunale dove questa mattina è stato ricordato l'anniversario della tragedia. Su questa vicenda "è sempre sceso un muro di silenzi, menzogne e depistaggi - afferma Bonfietti - ma bisogna fare i conti, in maniera definitiva, con quella che è sempre stata una ferita profonda alla dignità di un Paese".

Poi l'affondo nei confronti dell'Associazione di Giovanna Cavazza: "Ieri è stato affermato in un convegno che si nasconde la verità. Non possiamo più tollerare più certe affermazioni e menzogne. Inoltre da questa Associazione si chiede il sequestro del relitto, dimenticando che lo stesso è in custodia giudiziaria dal 2006, quindi a disposizione della Procura. Questo è un chiaro atto contro il Museo della memoria e contro le nostre iniziative"

Per il sindaco Matteo Lepore, che ha aperto i lavori e ha ricordato i lavori per la creazione "di una Fondazione",  "la Repubblica italiana deve scrivere tutta la verità su quella tragedia. Noi la verità la conosciamo, ci sono sentenze che parlano chiaro"   

Mattarella: "Il ruolo della Repubblica, custodire la memoria"

"Sono trascorsi 42 anni dal tragico giorno in cui, nel cielo di Ustica, si compì una strage che recise un numero spaventoso di vite umane e impresse una ferita profonda nella coscienza del Paese ha detto questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella -. Desidero anzitutto rinnovare sentimenti di vicinanza e solidarietà a chi ha perso i propri cari ed è stato costretto a convivere con questo dolore. Nella storia del Paese, la memoria delle sofferenze è stata tenuta viva anche grazie all'impegno civile dei familiari e così è per Ustica. La loro sofferenza è divenuta patrimonio comune, mentre è responsabilità della Repubblica custodire la memoria delle tragedie che hanno caratterizzato il percorso della storia italiana per scongiurare che possano ripetersi. La solidarietà della comunità politica del Paese si raccoglie oggi intorno alle vittime e ai loro familiari, per l'affermazione di quella unità di popolo che l'Italia sa esprimere nei momenti più drammatici, a difesa dei valori che ispirano la nostra collettività".

Casellati: "Continua l'impegno alla ricerca della verità"

"Mi sono battuta con forza per la desecretazione degli atti e per l'accessibilità degli stessi a tutti i cittadini in nome della verità che non è ancora emersa dopo ben 42 anni - ha detto la presidente del Senato, Elisabetta Casellati -. Il mio impegno continua per onorare il sacrificio di 81 vittime innocenti e per dare risposte alle famiglie che le attendono da troppo tempo".

Strage di Ustica, cosa è successo quella notte

Sono le 20,30 del 27 giugno 1980: il Dc-9 Itavia decolla per il volo IH870 da Bologna diretto a Palermo con 113 minuti di ritardo accumulati nei servizi precedenti. Una volta partito, si svolge regolarmente nei tempi e sulla rotta assegnata. L'ultimo contatto radio con il volo sarà alle 20,59. Secondo le ricostruzioni, l'aereo si trovava a settemila metri di altezza sul braccio di mare compreso tra le isole di Ponza e Ustica, a una velocità di 800 km/h.

L'orologio segna le 21,04 quando, chiamato per l'autorizzazione di inizio discesa su Palermo, il volo IH870 non risponde. E così sarà anche oltre l'orario previsto di arrivo, le 21,13. 

Alle 21:25 il Comando del soccorso aereo di Martina Franca assume la direzione delle operazioni di ricerca e allerta il 15º Stormo a Ciampino, sede degli elicotteri Sikorsky HH-3F del soccorso aereo. Nella notte numerosi elicotteri, aerei e navi partecipano alle ricerche nella zona. Solo alle prime luci dell'alba, un elicottero di soccorso individua a circa 110 km a nord di Ustica alcuni detriti in affioramento. Poco dopo raggiunge la zona un Breguet Atlantic dell'Aeronautica Militare, che avvista una grossa chiazza di carburante; nel giro di qualche ora cominciano ad affiorare altri detriti e i primi cadaveri dei passeggeri. Ciò conferma che il velivolo è precipitato nel mar Tirreno, in una zona in cui la profondità dell'acqua supera i tremila metri.

Le vittime del disastro furono ottantuno, di cui tredici bambini, ma furono ritrovate e recuperate solo trentanove salme. Tante, negli anni le ipotesi sulò perché della strage: da quella di un cedimento strutturale del velivolo; una bomba a bordo; una collisione con un aereo militare; un abbattimento causato da un missile aria-aria, un tipo di missile fatto apposta per colpire mezzo aereo attraverso un altro mezzo aereo.

 

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