Annalisa
Guarini*
Per commentare la sperimentazione del liceo Malpighi, che ha deciso di far ritirare gli smartphone degli alunni prima di iniziare le lezioni, devo partire da una premessa a mio avviso fondamentale.
In questi anni di formazione e intervento sul territorio, abbiamo incontrato tantissimi genitori, insegnanti e dirigenti con i quali ci siamo interrogati e abbiamo riflettuto su come supportare i giovani nell’uso consapevole delle tecnologie.
La risposta che abbiamo trovato è stata sempre la stessa, ovvero che non c’è un’unica strada giusta che possiamo percorrere, ma al contrario ci sono tante strade da poter intraprendere.
In queste strade, tuttavia, è necessario seguire una regola, ovvero esserci come adulti di riferimento, accompagnare, dialogare e camminare con i ragazzi e le ragazze per aiutarli a comprendere le potenzialità ma anche i rischi della rete.
In altre parole, la sperimentazione del liceo Malpighi può essere una strada da percorrere con il supporto delle famiglie e ascoltando la voce degli studenti.
Tuttavia, non è necessariamente la strada per altre scuole che possono trovare altre modalità per l’utilizzo del cellulare in classe attraverso percorsi di responsabilizzazione e autoregolazione degli studenti e delle studentesse.
*Professoressa associata
in Psicologia dello Sviluppo
e dell’Educazione all’Università di Bologna, Responsabile Servizio Seres
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