Vacanze estive, quando partire è un dilemma

Giorgio

Comaschi

Ha detto Athos il salumiere che "bisogna andar via in controtendenza". Ma quando il marito chiede alla moglie cosa vuol dire lei non sa rispondere perché ha capito solo così. Allora via con le teorie. "Se andiam via alle 8 c’è casino perché partono tutti a quell’ora, se andiam via alle 10 troviamo tutti quelli che arrivano giù da Milano, se andiam via la sera prima socmel perché paghiamo una notte in più e siamo fuori budget…". Questi sono i dubbi del capofamiglia in riunione plenaria. I bambini, cioè i figli, non fanno testo perché vorrebbero stare fissi a casa attaccati alla play. A quel punto si sceglie l’orario delle 5 e mezzo del mattino. Scatta liti sul fatto che la moglie vuol portarsi tutto il guardaroba di vestiti, compreso i montoni se viene freschino, e il marito su quello un po’ nicchia (in realtà si incazzerebbe, ma per quieto vivere non lo fa). La partenza alle 5 e mezza implica che alle 6 e mezza sei già davanti all’albergo e il portiere di notte non sa niente. Quindi si sonnecchia in macchina, mentre il bagnino rastrella la sabbia e il babbo gli dice dal finestrino: "È l’ora più bella eh?".

Il bagnino propone un caffettino, ma i più esperti sanno che bisogna rifiutare perché il primo caffè delle macchine dei bar della spiaggia sa notoriamente di ascella di dromedario. Dopo un po’, tutta la riviera riprende vita, compreso l’albergo. A quel punto parte la vacanza contrassegnata dalle riunioni sul "a che è meglio che torniamo?" per evitare il tappo. Lì c’è sempre uno di Brescia, vicino di ombrellone da anni, che influenzerà la scelta con una sua teoria.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro