Bologna, la truffa delle case fantasma di vacanza sul web

Annunci in rete, ma dopo l’acconto l’appartamento sparisce. Boom di casi, i consigli della polizia postale

Sono sempre di più i casi di turisti che vengono truffati da falsi annunci sul web

Sono sempre di più i casi di turisti che vengono truffati da falsi annunci sul web

Bologna, 18 giugno 2019 – La famiglia Rossi arriva ad Alghero, la settimana di Ferragosto. Ha affittato a marzo, su un sito, un appartamento per due settimane di mare e relax a un prezzo stracciato. Per non farsi scappare l’occasione, ha fermato subito l’alloggio, pagando senza badarci troppo l’inserzionista. Armi e bagagli, il 13 agosto, scende dall’aereo e si dirige nella via indicata. Un sogno che si realizza? No, un incubo che comincia. Perché la casa non c’è, i soldi sono andati, la vacanza è finita prima di iniziare. Come evitare di finire come la famiglia Rossi? Seguendo i consigli della polizia postale che, dati alla mano, ha preparato un vademecum per quel 98 per cento degli italiani tra i 18 e i 75 anni che ha organizzato le sue ferie online. A illustrarlo è il dirigente del compartimento Geo Ceccaroli.

Dottor Ceccaroli, prima di tutto: questo tipo di raggiri sono in aumento?

«Alla Polizia Postale è quotidiano il flusso degli utenti che rimangono vittime di truffe online, ma con l’approssimarsi delle ferie estive diventano numerose quelle relative all’affitto di abitazioni ad uso ‘casa vacanze’. E il fenomeno è in crescita: i casi denunciati nel 2017 al nostro compartimento sono stati, mentre nel 2018 sono saliti a 74, con un incremento del 73%. Di questi ultimi, sei sono stati identificati e denunciati i responsabili».

Di che cifre si tratta?

«Le vittime, che oltre al danno economico vedono compromessa la loro vacanza, nella maggior parte dei casi sborsano fra i 1000 ed i 2000 euro, ma anche per quel che riguarda questo fenomeno criminale non mancano casi eclatanti con cifre ben più alte».

C’è un modus operandi specifico utilizzato dai truffatori?

«Chi si presenta nei nostri uffici denuncia quasi sempre di essere rimasto vittima di una ben precisa tecnica. Sostanzialmente il malcapitato, dopo aver letto annunci relativi all’affitto di case vacanza, versa un acconto/caparra all’offerente per riservare dei soggiorni in strutture che poi si rivelano essere inesistenti o molto dissimili (in peggio) rispetto alla proposta. Tante altre vittime, con una modalità ancor più rischiosa, sono entrate in contatto direttamente coi truffatori su siti di annunci generici (come Subito.it, Kijiji.it ecc) avviando una trattativa privata con l’inserzionista e accordandosi poi per pagamenti tramite ricariche di carte di credito o bonifici su conti correnti italiani o esteri».

Come ci si può tutelare da questo tipo di raggiri?

«Pere evitarli è necessario seguire una serie di semplici prassi, tese a verificare la natura dell’inserzione. Se invece già si è subita la truffa, come in tutti i reati informatici, la tempestività dell’informazione alla polizia giudiziaria è fondamentale ai fini investigativi e per poter recuperare in tutto o anche solo in parte il denaro sottratto. Le vittime devono far prevalere il loro diritto a un intervento ‘di giustizia’ superando il senso di vergogna comune a chi è stato raggirato».

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