Vaccini a Bologna, 4mila bambini non in regola

Il direttore del dipartimento di sanità pubblica, Paolo Pandolfi: "Il 54% degli iscritti a scuola ha finito il percorso"

L’Ausl sta programmando i collqoui con 3.868 studenti tra i 6 e i 16 anni

L’Ausl sta programmando i collqoui con 3.868 studenti tra i 6 e i 16 anni

Bologna, 4 agosto 2018 – In casa Ausl l’attività vaccinale prosegue a ritmo serrato, anche se al momento in agenda non ci sono scadenze da tenere d’occhio. Quanti sono gli scolari inadempienti?

«Sebbene non ci sia più l’emergenza normativa, portiamo avanti il nostro compito perché ci crediamo – risponde Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di sanità pubblica – Ora stiamo programmando nuovi colloqui, con raccomandata, per 3.868 studenti tra i 6 e i 16 anni. Pensiamo di completare le chiamate tra ottobre e novembre. Mentre tra i più piccoli, 0-5 anni, dopo le ultime 1.800 raccomandate abbiamo vaccinato 1.349 bambini. Ne restano circa 400 ancora non in regola e non so se riusciremo a raggiungerli, perché tra di loro ci sono molte famiglie no-vax. Ma vorrei tornare all’inizio».

Ci dica.

«Otto mesi fa, su un totale di circa 9mila iscritti alle scuole nella fascia d’età tra 0-16 anni, erano 4.628 gli studenti che abbiamo vaccinato, pari al 54%: questo gruppo, quindi, ha completato il percorso vaccinale. Un buon risultato, ottenuto grazie a 909 colloqui svolti e alla formazione dei medici che si sono anche dedicati molto alle tecniche di comunicazione e di ascolto».

Si rischiano ancora le sanzioni?

«Sì, perché la legge nazionale, che permette l’ingresso a scuola con l’autocertificazione, non ha bloccato le sanzioni per gli studenti non in regola tra 6 e 16 anni. E in Regione è stata fissata la quota di 166 euro. Ma potrebbe essere un’eventualità che affronteremo alla fine dei procedimenti».

Le coperture vaccinali per i bimbi più piccoli sono salite?

«Certo, lo dimostrano i dati al 31 dicembre 2017 per i nati nel 2016: tutti sopra al 95% in Emilia-Romagna. Per la provincia di Bologna, polio, difterite, tetano e pertosse sono a 98,3%; epatite B a 98,1%; emofilo B a 97,9%, pneumococco al 97%».

I recenti casi di neonate morte di pertosse sottolineano l’importanza della vaccinazione delle donne in gravidanza. L’Ausl ha preso dei provvedimenti?

«Durante i corsi pre-parto invitiamo le donne a farsi vaccinare, dalla trentasettesima settimana, contro la pertosse e l’influenza. È un programma appena iniziato con percorsi dedicati alle gestanti».

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