Vaccini Covid: a Bologna équipe mobili per gli anziani

Bordon, direttore generale dell’Ausl: "Per agevolare gli over 80 pensiamo a un’organizzazione flessibile"

Per i vaccini agli ultraottantenni sono arrivati 26 medici. Nel riquadro Bordon

Per i vaccini agli ultraottantenni sono arrivati 26 medici. Nel riquadro Bordon

Bologna, 6 febbraio 2021 - Il piano vaccinale contro il Covid è tutto basato sull’arrivo delle dosi. Sotto le Due Torri la parola d’ordine è flessibilità.

Da lunedì 15 gli over 80 si potranno prenotare. Quando inizieranno le profilassi? "Stiamo mettendo a punto in questi giorni il programma. Dipende dai vaccini che arriveranno. Le persone, comunque, potranno andare al Cup e quindi agli sportelli front office, oppure prenotare on line, anche attraverso il fascicolo sanitario e nelle farmacia", risponde Paolo Bordon, direttore generale dell’Ausl.

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Sarà possibile scegliere in quale punto vaccinale andare? "Metteremo a disposizione l’offerta e ci sarà flessibilità perché parliamo di utenti ritenuti fragili".

Oltre alla Fiera e al Rizzoli, saranno allestiti altri punti? "Per il numero e le collocazioni delle sedi, ci confronteremo con la Regione e la Conferenza territoriale socio sanitaria. La nostra Azienda ha comunque dei modelli già pronti".

Alcuni sindaci chiedono delle équipe mobili. Saranno accontentati? "È un’idea per determinate categorie di persone fragili. Riteniamo indispensabile un confronto con i sindaci per ascoltare le esigenze del territorio. Laddove ci fossero rappresentati bisogni particolari in contesti più lontani dai centri vaccinali o in realtà con poche centinaia di over 80, potremmo ricorrere a team itineranti, in accordo con le amministrazioni, per somministrazioni mirate e rapide. Del resto, è quello che già stiamo facendo in questi giorni con gli ultraottantenni assistiti a domicilio ed è il sistema che abbiamo utilizzato quando siamo andati a vaccinare gli operatori sanitari, che non si erano prenotati, nell’ospedale di Porretta".

Quindi team itineranti su richiesta? "Sceglieremo il modello migliore per la tipicità delle varie utenze".

Gli over 80 sono 76mila. In quanto tempo riuscirete a immunizzarli tutti? "Siamo concentrati per riuscire a capire quante consegne vaccinali avremo tra febbraio e marzo e poi riusciremo a fare la programmazione. Partire aggressivi non ha senso, dobbiamo sempre fare i conti con le seconde dosi da accantonare: il dato certo sono i 76mila, quello incerto i vaccini".

Dopo gli ultraottantenni si passerà alla fase che raggruppa criteri anagrafici, persone dai 60 ai 79 anni, e le priorità, quindi i soggetti con comorbilità, ossia più malattie, gruppi sociodemografici a rischio, personale scolastico. È presto per pensare a una data d’inizio? "Sì, è presto. Vorrei avere la preoccupazione di diventare matto a organizzare la campagna, ma purtroppo a breve non sarà così. Abbiamo dimostrato, con soli due centri vaccinali, di essere arrivati a 2.500 vaccinazioni al giorno. E possiamo arrivare a 30mila somministrazioni a settimana senza particolari sforzi".

I medici di famiglia e gli specializzandi entreranno nelle squadre vaccinali? "I medici di medicina generale potranno essere fondamentali per la campagna: conoscono bene i loro pazienti e potranno avere un ruolo importante. Tifiamo per un loro coinvolgimento nella campagna. E parteciperanno anche gli specializzandi".

Quanti medici e infermieri di rinforzo sono arrivati? "Ventisei medici dalla Protezione civile nazionale e alcuni infermieri: entreranno nei team vaccinali".

Sono stati riscontrati altri casi di variante inglese del virus? "Aspettiamo i risultati dai laboratori, ma temiamo che ci possa essere qualche altro caso".

Com’è la situazione dei contagi? "Purtroppo siamo in una fase delicata, di peggioramento. I contagi sono risaliti a circa 300 al giorno e i ricoveri attualmente sono 540. Sono ancora molti i focolai familiari. Intanto, abbiamo immunizzato quasi tutti nelle Cra e nelle case di riposo: su 9mila, tra operatori e ospiti, ora ne mancano appena 800".

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