Emilia Romagna, vaccinato il 97% dei bambini di un anno

Aumentano le coperture dopo l'ingresso della legge regionale del 2016. Scadenza del 10 marzo, cosa fare

Vaccini in una foto d’archivio

Vaccini in una foto d’archivio

Bologna, 8 febbraio 2018  - In Emilia Romagna la copertura per la vaccinazione contro difterite, tetano, poliomelite e epatite B dei bimbi nati nel 2016 è stata del 97,1%. Era al 94,4% nel 2015. "Un dato straordinario", l’ha definito l’assessore alla Sanità, Sergio Venturi, che arriva a poco più di un anno dall’approvazione della legge regionale - apripista a livello nazionale - che ha introdotto l’obbligatorietà per l’iscrizione al nido.

Al 97% anche la copertura per l’emofilo di tipo B, di poco superiore quella per la pertosse (97,3%), entrambe rese obbligatorie dalla legge nazionale; quota 96,3% anche per il vaccino contro lo pneumococco - non obbligatorio, ma raccomandato. "È un risultato oltre le aspettative. Avevamo visto giusto - ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini - È stato giusto affrontare il problema e portarlo alla luce. Ne siamo orgogliosi e il tema non è la coercitività. Se in futuro per alcuni anni si starà sopra questa soglia nessuno pensa che debba essere obbligatorio per sempre".

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 Anche prendendo in considerazione il ciclo completo (3 dosi al 24^ mese), per i bambini nati nel 2015, le coperture sfiorano comunque il 95%, la soglia di sicurezza indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Bene anche la vaccinazione (che può essere effettuata solo nel secondo anno di vita) contro morbillo-parotite-rosolia, introdotta dalla legge nazionale e arrivata a quota 91,1% (era ferma all’87,2% in dicembre 2016), che assieme al meningococco di tipo C (passato dall’87,7% del 2016 al 91,6% del 2017) mette a segno la crescita più alta: +3,9 punti percentuali.

L’aumento complessivo a livello regionale va, quindi, da un minimo di +1,5 a +3,9 punti percentuali a seconda del tipo di vaccino. In generale, le coperture vaccinali sono tornate ben sopra i valori degli scorsi anni, quando per la prima volta si scese - era il 2014 - sotto il 95%, facendo registrare minimi poco superiori all’87% in alcune zone dell’Emilia Romagna.

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SCADENZE -  In Emilia Romagna tutti i minori da 1 a 16 anni che risultavano non in regola con il calendario vaccinale (anche solo per un richiamo di uno dei 10 vaccini obbligatori), hanno ricevuto dalle Aziende sanitarie una lettera con l’appuntamento fissato. Quindi tutti hanno avviato un percorso di recupero, secondo l’iter previsto dalla legge, "e i recuperi sono in forte crescita, in particolare nella fascia d’età 1-6 anni. Pertanto, solo a fine anno scolastico si avrà il quadro completo dei minori non ancora in regola", fa sapere la Regione.

Per quanto riguarda la scadenza del 10 marzo, la legge nazionale, e le successive circolari, stabiliscono chiaramente che vale solo per coloro che hanno presentato un’autocertificazione nei termini previsti l’anno passato, cioè 11 settembre 2017 per nidi e materne e 31 ottobre 2017 per la scuola dell’obbligo. I genitori che abbiano autocertificato lo stato vaccinale dei figli oppure autocertificato di aver richiesto un appuntamento, dovranno esibire il certificato vaccinale o l’appuntamento rilasciato dall’Ausl.

Il 10 marzo, pertanto, non è la data di scadenza per controllare lo stato vaccinale e interrompere la frequenza, in quanto tutti i minori non ancora in regola sono in carico alle Ausl con il percorso di recupero già avviato.

La Regione fa inoltre sapere come vengono informati e chiamati i genitori dei bambini da regolarizzare: 1)    Invio di una lettera con appuntamento per eseguire le vaccinazioni mancanti (tutte già consegnate); 2)   Se  i genitori non si presentano e non forniscono alcuna giustificazione, viene inviata una lettera di invito ad un colloquio per fornire ulteriori informazioni sulle vaccinazioni, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno; in tal caso l’appuntamento viene fissato dopo almeno 45 giorni rispetto all’invio, per dare la possibilità ai genitori di ritirare la raccomandata nel limite dei termini previsti e per programmarsi conseguentemente; 3)    Se i genitori non si presentano al colloquio, oppure si presentino ma non acconsentono all’effettuazione delle vaccinazioni, viene avviata la procedura sanzionatoria, con formale contestazione dell’inadempienza ed invio della lettera di diffida a vaccinare il minore entro 20 giorni. Contestualmente all’invio della lettera di diffida, per i bambini nella fascia 0-6 anni, la contestazione dell'inadempienza viene comunicata al Servizio Educativo/Scuola per l’infanzia, sia pubblici che privati, frequentati dal minore e questo comporterà la sospensione della frequenza; 4)    Sanzione amministrativa in caso di mancata somministrazione della vaccinazione a seguito di diffida.  

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