Vaccini rapidi e regole più intelligenti

Nell’ incerto scenario del virus mutante e mentre aspettiamo come Terra promessa il vaccino che verrà (in dosi più numerose), il gioco dei colori che indicano le restrizioni nelle regioni più colpite forse è già (in parte) sorpassato. Non nella sostanza, certo, perché il Mostro si combatte con la scienza in tandem con giri di vite e sacrifici nella socialità per frenare il passaggio dei contagi. Forse bisognerà però rivedere dove mettere le caselle gialle, arancioni, rosse nel mosaico anti Covid. Fino ad oggi si è riflettuto sulle regioni, quindi macroaree, ma qualcosa bisognerà cambiare.

Trovare la via maestra non è facile per nessuno, ma il virus corre veloce e il Paese ha necessità di acchiapparlo. E se lui guizza, vira all’improvviso meglio di Luna Rossa, noi dobbiano stargli dietro. E semmai anticiparlo. Quindi guai a non essere pronti a cambiare rotta, se necessario, dato che comunque si naviga più a vista che altro. Lo ha già ripetuto più volte il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, nonchè leader delle regioni italiane. E la Lega anche da queste parti gli dà ragione.

Dottrina Mario Draghi, lavoriamo insieme pur da sponde politiche differenti. Strada percorribile, di questi tempi vale la pena di tentare. Il virus si inasprisce a Imola, sale violento in Appennino e circonda San Benedetto Val di Sambro e dintorni. E allora il cambio di schema potrebbe contemplare, come è probabile, l’adeguamento delle restrizioni su zone limitate. Come sta accadendo ad Ancona e Jesi nelle Marche. Nello stesso tempo e mentre la lotteria dei colori sfuma, cambia, scivola veloce su giù per l’Italia, bisognerebbe rivedere anche divieti e regole adeguandoli alle nuove circostanze. Come? Quando? Il lavoro da fare non manca. Se un’area è messa peggio di altre servono misure draconiane, ma se una zona se la cava meglio, oggi che siamo più attrezzati per difenderci, si possono modificare, attenuandole, le regole. Poi i ristori, o risarcimenti, se suona meglio. Devono arrivare, consistenti, benedetti e subito. Altrimenti, come mi faceva notare un amico albergatore, le imprese strutturate piangono ma resistono, mentre le piccole e medie vanno a fondo. Infine nel Risiko emergenziale non dimentichiamo i vaccini. L’Emilia col Veneto, nel ribollire di polemiche, pensano alla possibilità di acquisti paralleli alle forniture di Stato. San Marino lo ha già fatto comprando dosi di Sputnik russo. Al cittadino non interessa da dove vengono e come sono acquistati i vaccini, l’importante è che si tratti di prodotti Doc, di origine certificata. E facciamo in fretta perchè l’autostrada per uscire velocemente dall’incubo è questa.

 

 

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