Vaccino Covid e gravidanza, l’esperto: "Le donne incinte si vaccinino"

Gianluigi Pilu, direttore dell’Unità di Ostetricia del Sant’Orsola spiega l’importanza di ricevere il siero: "Covid molto più pericoloso"

Gianluigi Pilu, direttore dell’Unità di Ostetricia del Sant’Orsola

Gianluigi Pilu, direttore dell’Unità di Ostetricia del Sant’Orsola

Bologna, 4 agosto 2021 - Quando si parla di vaccino anti Covid e di donne in gravidanza, la bilancia che misura il rapporto tra rischi e benefici pende tutta a favore del siero. A spiegarlo è il professor Gianluigi Pilu, direttore dell’Unità di Ostetricia e medicina dell’età prenatale del Sant’Orsola: "Le future mamme devono vaccinarsi. I rischi per loro e per il bambino sono nettamente maggiori senza l’immunizzazione, non ci sono dubbi. È un buon momento per parlarne perché è finalmente arrivato il turno degli under 30, ma notiamo una grande esitazione da parte delle pazienti. Hanno paura di possibili effetti negativi sul bambino".

Gianluigi Pilu, direttore dell’Unità di Ostetricia del Sant’Orsola
Gianluigi Pilu, direttore dell’Unità di Ostetricia del Sant’Orsola

Le rassicurazioni sono tanto semplici quanto scientifiche: "Possiamo dire che questi vaccini sono sicuri – continua Pilu – grazie a una significativa esperienza raccolta quest’anno in campo medico sul tema, soprattutto negli Stati Uniti, che ha dimostrato come non ci sia nulla da temere. Se è vero che la maggior parte delle donne in gravidanza che contraggono l’infezione non hanno grosse complicazioni, è vero anche che a volte il quadro delle pazienti può diventare molto serio. Si rischia un parto prematuro, molto pericoloso, e purtroppo, nel peggiore dei casi, anche di perdere il bambino. Nel nostro ospedale c’è stato un caso. Inoltre, su un totale di circa 60 donne incinte che hanno contratto il Covid, tre o quattro hanno avuto un percorso severo".

Alcune categorie sono fortemente invitate a ricevere la dose se intraprendono una gravidanza, perché il rischio di complicazioni causate dal Covid si alza decisamente: "Chi presenta diabete, ipertensione, gravidanza gemellare od obesità dovrebbero correre a vaccinarsi".  

L’allattamento e i primi giorni di vita del bambino, inoltre, risentirebbero fortemente della ’distanza forzata’ della mamma, che dovrebbe limitare i contatti e usare sempre guanti, mascherina e tutto il necessario.

"La popolazione delle donne in gravidanza – spiega Pilu – è molto esposta al contagio da Covid-19, dal momento che è giovane e non vaccinata per paura degli effetti collaterali o perché non è ancora il suo turno. La paura delle donne di assumere medicinali durante la gestazione nasce anche da un fatto storico negativo: negli anni ’40 e ’50 a molte fu prescritta la talidomide contro nausea e vomito, ma negli anni ’60 fu ritirata dal commercio perché poteva provocare gravi malformazioni al feto. La situazione ora è completamente diversa: il vaccino contro il Covid non contiene il virus attenuato, ma solo un suo frammento assolutamente innocuo. Non c’è nessuna evidenza di effetti sfavorevoli".

Finora solo una decina di donne, sulle tremila che in un anno partoriscono al Sant’Orsola, erano vaccinate: facevano tutte parte del personale sanitario. "Di partorienti immunizzate ne abbiamo viste poche, speriamo che aumentino. L’ideale – conclude il direttore – sarebbe ricevere il siero prima, perché le infezione da Covid sono pericolose soprattutto nella prima parte della gravidanza. Si può comunque fare in qualsiasi momento, non occorre aspettare che finisca la fase embrionale".  

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