Vaiolo delle scimmie, secondo caso in Emilia Romagna

Identificato dal laboratorio dell'ospedale Sant'Orsola: è un rgazzo di 21 anni di Modena

Bologna, 3 giugno 2022 - Secondo caso di vaiolo delle scimmie in Emilia Romagna, di nuovo sequenziato nel laboratorio di Microbiologia del Sant’Orsola. Si tratta di un ventunenne, residente in provincia di Modena: il ragazzo si è presentato venenerdì pomeriggio al Policlinico modenese, dopo essere tornato da un viaggio dalle isole Canarie due settimane fa e con ogni probabilità è lì che è stato contagiato. Il giovane è stato sottoposto al tampone previsto in questi casi: si analizza un campione del liquido contenuto in una vescicola.

Vaiolo delle scimmie
Vaiolo delle scimmie

Il test virologico è stato effettuato dal Crrem, centro regionale per le emergenze microbiologiche del Sant’Orsola, dove è stata confermata l’ipotesi clinica: il paziente è risultato positivo al Mpxv, il Monkeypox virus. Il ventunenne è attualmente in isolamento a domicilio ed è in buone condizioni di salute.

"Alla conferma della positività è subito scattata l’indagine epidemiologica per individuare eventuali contatti a rischio e adottare tutte le misure preventive previste in questi casi", assicura Davide Ferrari, direttore del Dipartimento di salute pubblica dell’Azienda Usl di Modena.

Il primo caso era stato individuato sotto le Due Torri lo scorso 25 maggio, quando un cittadino cileno di 35 anni era andato al Pronto soccorso del Sant’Orsola, dove era stato subito isolato, grazie al tempestivo intervento di un infermiere, colpito dalle vescicole sulle mani.

Il paziente proveniva da Madrid e mostrava quindi i segni clinici tipici della malattia. Dopo l’esito del test, anche se in buone condizioni, era stato ricoverato al Policlinico, dove sta continuando il decorso.

Tiziana Lazzarotto, direttrice della Microbiologia del Sant’Orsola, ha spiegato che il Monkeypox è un virus presente tipicamente negli animali e in particolare nei primati, e che "occasionalmente può infettare anche l’uomo". Il contagio tra esseri umani, però, avviene solo con un "contatto diretto e molto stretto con il liquido contenuto nelle vescicole – precisa Lazzarotto – e il virus è presente pure nell’orofaringe o anche in altri liquidi biologici", ma per il contagio è sempre necessario "un contatto molto stretto".

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