Valbruzzi: "Elezioni, Bologna fortino del Pd"

L’analisi del politologo: "Qui collegi sicuri, anche per gli alleati. Centrodestra può vincere a valanga, i dem non trascurino la carta Bonaccini"

Marco Valbruzzi, già al Cattaneo, oggi docente di Scienza politica a Napoli

Marco Valbruzzi, già al Cattaneo, oggi docente di Scienza politica a Napoli

Bologna, 17 luglio 2022 - Marco Valbruzzi, politologo e docente di Scienza politica alla ’Federico II’ di Napoli, con la crisi di governo in corso si rischia di andare a votare prima del previsto. Come può cambiare la geografica politica bolognese, con la riduzione dei posti in Parlamento a legge elettorale invariata?

"Bologna, forse più dell’Emilia-Romagna, rimane un granaio di voti fondamentale per il centrosinistra, che ha oggi un radicamento fortemente urbano. Dico di più, i collegi dell’area bolognese, passando poi alla striscia della via Emilia e potendo, ma ovviamente non entra nella nostra analisi, arrivare fino alla Toscana, rimangono una fonte di consenso certo per il centrosinistra a prescindere che ci sia un’alleanza giallo-rossa, un Pd che allarghi più verso il centro o ancora altre strategie".

Quindi qui da noi abbiamo gli unici collegi sicuri in tutta Italia, al momento?

"Si rischia un’ondata di bandierine blu su tutta l’Italia, qui invece, come dicevo, il centrosinistra può mantenere il fortino con ovviamente un Pd assolutamente baricentrico".

Rispetto a cinque anni fa il centrosinistra che risultato potrebbe avere?

"Non cambierà nulla, anzi, rispetto al 2018 la coalizione dovrebbe accrescere il risultato perché intercetterà anche parte dell’elettorato che si staccherà dai Cinque Stelle. E i collegi bolognesi, gli unici davvero sicuri, potrebbero essere messi a a disposizione proprio degli alleati dalla coalizione".

Anche dell’M5s?

"Sì. Nel caso, improbabile oggi, che si dovesse stringere un’alleanza alle elezioni, potrebbe ambire a un uninominale".

E il centrodestra?

"Può sperare in regione di strappare dei collegi extra-urbani. Penso all’area piacentina o all’asse Rimini-Riccione. Se davvero compatto, il centrodestra può provare a strappare massimo due uninominali".

E per la parte proporzionale, sempre su Bologna?

"Ci sarà una lotta serrata tra Fratelli d’Italia e Lega a chi farà due eletti, chi ‘perde’ ne avrà uno e l’altro sarà di Forza Italia".

Il centrosinistra?

"Potrebbe stare tra i 4 e i 5 seggi alla Camera e i 2–3 al Senato. Gli alleati avrebbero forse 3 seggi: uno alla sinistra del Pd, uno ai civici-moderati, l’altro se ci sono ai Cinque Stelle".

Dal risultato elettorale generale, invece, cosa si aspetta?

"Il centrodestra unito potrebbe vincere a valanga, è un’ipotesi. Può arrivare anche oltre le aspettative, in una logica bipolare la stima è il 60% dei seggi, vincendo i 23 degli uninominali".

Per arginare questa situazione il centrosinistra cosa dovrebbe fare?

"La prima ipotesi è che sarebbe costretto ad allargare molto, anche ai Cinque Stelle. La seconda invece è che scelga di allargare altrimenti, un’alleanza con una componente civico-moderata e senza l’M5s. Un po’ uno schema alla Bonaccini in Regione. L’unico interrogativo è se serva Bonaccini anche altrove".

C’è un problema di leadership nel Pd?

"Letta come Zingaretti ha puntato tutte le sue fiches sul campo largo con i grillini, il problema potrebbe essere legato a una strategia come questa, gravata da contestazioni interne. Una terzia via, una ‘mossa del cavallo’ con Bonaccini e senza l’M5s, potrebbe essere un azzardo intrigante per il centrosinistra".

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