Valeria Frabetti: la visionaria che portò il teatro ai bambini

La scomparsa della fondatrice de La Baracca. "Una pensatrice globale che si definiva ’artista per caso’".

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di Pierfrancesco Pacoda

"Artista per caso", amava definirsi. Ma Valeria Frabetti, scomparsa venerdì, era molto di più. Con la compagnia la Baracca, che ha fondato nel 1976, ha fatto diventare Bologna una città di riferimento per il teatro per bambini e ragazzi nel mondo. Prima al San Leonardo e poi nella sede del Testoni. Docente al Dams, direttrice artistica della compagnia sino al 2015, ruolo che adesso svolge Bruno Cappagli, e infine responsabile della Compagnia Arte e Salute Ragazzi.

Cappagli, Valeria Frabetti è stata una figura pionieristica per lo sviluppo del Teatro Ragazzi in Italia.

"È stata una visionaria. In un’epoca nella quale nessuna aveva la percezioni dei bisogni culturali dei più piccoli, Valeria ha intuito quanto i ragazzi e anche i bambini avessero bisogno di un teatro che fosse capace di far convivere il gioco, il divertimento, con un orizzonte che comprendesse altri linguaggi. Una sperimentatrice che ha aperto questo teatro a discipline come la danza e l’arte contemporanea. Sognava uno spettatore attivo e ha avito ragione".

Sino a portare il teatro ragazzi bolognese nel mondo.

"Nella sua lunga e ricchissima carriera, Valeria è stata una pensatrice globale: le sue regie, le sue consulenze, le sue direzioni artistiche erano richieste in ogni angolo del pianeta. E questa esperienza, questa capacità di fare rete, di mettere in relazioni offerte internazionali hanno permesso al Testo Ragazzi di diventare il centro di tanti progetti che hanno attraversato i nostri confini. Progetti premiati con tanti riconoscimenti, penso al nostro festival Small Size, ad esempio, che è unico in Europa".

Se dovesse indicare, tra i tanti suoi meriti, uno per il quale ha conquistato un posto nella storia del teatro ragazzi, a cosa penserebbe?

"Sicuramente il suo lavoro d’avanguardia per i bambini tra i zero e i tre anni. Prima era un settore praticamente ignorato, Valeria è riuscita a dare dignità anche alle aspettative degli spettatori piccolissimi, costruendo dal nulla una raffinatissima poetica".

C’è un ricordo particolare della sua lunga relazione professionale con Valeria Frabetti?

"Penso allo spettacolo del 1986 con il quale iniziò la nostra collaborazione, si chiamava Dire Fare Baciare e toccava temi molto delicati e sempre evitati nel teatro per ragazzi, come quello dei primi amori, della sensualità che esplode tra due adolescenti. C’era, in particolare, una scena che prevedeva un bacio tra due giovani, venimmo definiti un ‘teatro a luci rosse’... Ma lei era felice, perché era riuscita a catalizzare l’attenzione su una ‘normalità’ che gli spettacoli rivolti a quella fascia di età avevano paura a affrontare".

Come Il Testoni Ragazzi onorerà la sua figura?

"Continuando a lavorare seguendo la sua lezione con il suo stesso entusiasmo, allestendo una nuova stagione teatrale al Testoni che possa diventare il segno di una vera ripartenza, continuando a offrire, da settembre la nostra passione, che era la sua, a un pubblico di bambini e adolescenti ai quali regaleremo ancora storie bellissime. Come quelle che Valeria ci ha insegnato a raccontare".

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