Valsamoggia, sequestrati beni per oltre 43 milioni di euro

Le indagini della Finanza per autoriciclaggio riguardano due imprenditori del settore del packaging

La Guardia di Finanza al lavoro

La Guardia di Finanza al lavoro

Bologna, 9 maggio 2019 - I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, su disposizione del Gip Franco Raffa, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di disponibilità bancarie, beni mobili e di beni immobili  per 43.778.000 euro a una società con sede in Valsamoggia, al suo legale rappresentante e al padre di quest'ultimo, ritenuti rispettivamente responsabili dei reati di reimpiego di capitali di provenienza illecita e autoriciclaggio.

In  particolare, l’indagine,  coordinata direttamente dal  procuratore aggiunto Francesco Caleca  e condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di  Bologna, trae origine  dall’approfondimento della posizione fiscale della citata società, holding di un noto gruppo imprenditoriale operante nel settore del packaging  e dei prodotti monouso in plastica, avente un volume d’affari  consolidato  di 350.000.000  di  euro la  cui  proprietà fa riferimento  ai componenti di una famiglia di  imprenditori del modenese.

Da subito, in particolare, l’attenzione degli investigatori si è soffermata su un aumento di capitale sociale di 43.778.000  euro, avvenuto nel maggio del 2018, che presentava  delle anomalie  se rapportato alle modalità  del conferimento realizzato attraverso l’interposizione di una fiduciaria milanese. Partendo  da  tale alert, le successive indagini svolte dagli specialisti del Nucleo Pef    tramite la consultazioni delle banche dati,  l’approfondimento dei flussi finanziari sospetti, l’analisi degli atti del registro e l’esame di ulteriori atti documentali, hanno consentito di accertare come la provvista utilizzata per realizzare il citato aumento di capitale sociale provenisse dallo smobilizzo di polizze assicurative estere riconducibili direttamente al padre dell’attuale legale rappresentante della società felsinea e vero dominus storico del  gruppo di famiglia.

Inoltre,  si è acclarato che una sola parte di quanto ricavato dalle polizze, pari proprio al  valore poi confluito nella azienda bolognese, veniva immesso nella Spa per effetto del citato aumento di capitale sociale, mediante però lo schermo prestato da ben 3 fiduciarie e da una società lussemburghese. Tale modus operandi,  scrive il gip, ha avuto l’obiettivo di rendere difficoltosa la riconoscibilità della provenienza del denaro da parte degli investigatori,  se solo si considera il percorso seguito dallo stesso nell’arco di pochi  mesi dall’ incasso delle  polizze; inizialmente un accredito su un conto corrente intestato ad una  prima fiduciaria, poi un bonifico a favore di una seconda fiduciaria, seguito da un ulteriore bonifico a favore di una società lussemburghese,  per  arrivare infine al passaggio alla Spa per effetto dell’aumento di capitale sociale con l’intervento di una terza  fiduciaria.

Il  sospetto degli  inquirenti è  che l’opacità dell’intera operazione sia da ricondurre al fatto che le provviste nella disponibilità degli indagati,  ben  più ampie di quelle oggi oggetto di misura cautelare, siano frutto di plurime condotte evasive o di appropriazione indebita a danno proprio della società bolognese. I responsabili dei reati in contestazione, infatti , oltre a disporre di ingenti disponibilità finanziarie e immobiliari,  hanno avuto e hanno tuttora il possesso di valori esteri nonché di società con sede in Lussemburgo e nelle Isole Vergini, pur non avendo mai compilato il Modulo “ RW ” della dichiarazione dei redditi il cui scopo è segnalare al fisco le  disponibilità oltre confine, né  risulta che abbiano aderito alla “voluntary disclosure” né ad altre forme di  collaborazione volontaria (c.d. “scudo fiscale”) finalizzate all’emersione ed al rientro di capitali detenuti in  altri Paesi in violazione degli obblighi sul monitoraggio fiscale.

Pertanto, per acquisire ulteriori  probatori, l’esecuzione del provvedimento di sequestro è stato affiancato dall’esecuzione di perquisizioni domiciliari nei confronti degli indagati e di acquisizioni documentali presso tutte le società fiduciarie (aventi tutte sede in Milano) a vario titolo intervenute nella vicenda al vaglio dell’A.G.. L'operazione sviluppata dalla Guardia di Finanza, sotto la guida dell’A.G., s’inquadra nelle rinnovate linee strategiche dell’azione del Corpo,  volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni illeciti più  gravi e insidiosi, integrando le funzioni  di polizia economico-finanziaria con le indagini di  polizia  giudiziaria e garantendo il perseguimento degli obiettivi di aggressione dei patrimoni  dei soggetti dediti ad attività  criminose.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro