Vasco Bendini, la ‘stagione bolognese’ si svela in Regione

L’artista, di cui ricorrono i cento anni dalla nascita, è stato uno dei grandi interpreti dell’informale in Italia e in Europa

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Nato a Bologna, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti e lì ha avuto il privilegio di seguire le lezioni di Giorgio Morandi e Virgilio Guidi. È Vasco Bendini, un pittore che ci ha lasciato circa sette anni fa, ma che ancora oggi può essere definito tra i protagonisti dell’arte informale in Italia e in Europa. A cent’anni dalla sua nascita, Bologna gli rende omaggio con una mostra intitolata La stagione bolognese, a cura di Sandro Malossini, che rimarrà aperta fino al 10 gennaio nella sede cittadina dell’Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna (viale Aldo Moro 50). La personale è accompagnata da un catalogo con testi critici di Emma Petitti, Renato Barilli, Pasquale Fameli e Sandro Malossini.

A questo proposito il curatore ha dichiarato: "L’esposizione consiste in ventisei opere risalenti al periodo compreso tra il 1950 e il ’64, ovvero gli anni in cui l’artista ha vissuto in città: la cosiddetta ‘stagione bolognese’. In questo arco temporale, Bendini ha dato vita a una produzione artistica caratterizzata perlopiù da uno stile prossimo alla ricerca informale. Poi, a partire dalla seconda metà degli anni ’60, il pittore si è avvicinato a Palazzo Bentivoglio e, in questa fase, ha creato prevalentemente opere che comprendevano oggetti; infine, dieci anni dopo si è trasferito a Roma".

Proprio a Roma, nella primavera di quest’anno, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea ha ospitato una mostra dedicata a Bendini, allo scopo di mettere in luce il suo lavoro da una prospettiva più ampia. "Invece, a Bologna – ha spiegato Malossini – abbiamo voluto realizzare qualcosa di più specifico e che presentasse più attinenza con il territorio". Aggiunge inoltre: "Si tratta di opere provenienti soprattutto da collezioni private importanti che, in alcuni casi, sono state anche esposte in altre mostre; per il resto, più o meno la metà, sono inediti prestati da piccoli collezionisti che magari hanno ricevuto in dono dall’artista stesso o che magari hanno ereditato da genitori o parenti".

Emma Petitti – direttrice dell’istituzione che ha promosso e accolto nei suoi spazi la personale – ha aggiunto: "L’Assemblea Legislativa, oltre a promuovere nuovi artisti e nuovi linguaggi espressivi, guarda con occhio attento anche a quello che è passato. Un auspicio, quindi, è che questa mostra possa arricchire ancora di più la conoscenza della nostra storia e delle nostre radici".

Manuela Valentini

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