Vendemmia anticipata e produzione in calo

Confagricoltura fissa l’inizio della raccolta al 10 agosto. Picchi fino al 50% in meno per la viticoltura di collina, intorno al 10% in pianura

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di Gabriele Mignardi

Vendemmia anticipata e produzione che in collina potrebbe arrivare al trenta per cento in meno. La siccità e le temperature torride presentano il conto alle cantine dei Colli Bolognesi che con un occhio al termometro e l’altro alle previsioni del tempo si preparano ad una vendemmia che si preannuncia tutta in salita.

Sono le previsioni di Confagricoltura Emilia Romagna che fissa al 10 agosto l’avvio della raccolta dell’uva per le basi spumante e prevede picchi fino al 50% in meno per la viticoltura di collina. Flessioni meno drammatiche, intorno al 10% per le vigne di pianura, ma un clima di grande preoccupazione in un settore importante dell’economia agricola.

"Una situazione esplosiva, che mette in allarme l’intero comparto e porterà a una netta flessione produttiva se confrontata con la media degli ultimi dieci anni- dice il presidente dei viticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna, Mirco Gianaroli che parla della "necessità di salvaguardare prima di tutto la vita della pianta e di cercare soluzioni alternative, portinnesti resistenti e tecniche agronomiche di precisione in grado di garantire un maggiore risparmio idrico. Bisogna costruire bacini irrigui e investire in ricerca per arrivare a soluzioni alternative che possano offrire un sistema efficace di difesa delle produzioni vitivinicole da parassiti e malattie".

Una previsione condivisa in linea di massima da Carlo Gaggioli, decano dei produttori dei Colli Bolognesi: "Vista la siccità e il caldo torrido la vite si difende. Ha bloccato il ciclo vegetale e anche il nutrimento al grappolo, che in particolare per il Pignoletto si presentava già piuttosto spargolo per via del freddo arrivato in periodo di legagione. Nutro ancora qualche speranza per i prossimi giorni, se arrivasse la pioggia la stagione si potrebbe salvare, altrimenti sarà davvero un’annata difficile", dice il 92enne vignaiolo, forte di una esperienza maturata sulle colline di Zola dopo 55 vendemmie.

Dall’altra parte della valle del rio Cavanella conferma i timori Fabio Bottonelli, della cantina Manaresi: "Non sappiamo ancora se sarà il 10 o il 20 agosto, ma certo che se venissero almeno una ventina di millimetri di pioggia le viti potrebbero riprendere a nutrire i grappoli e le cose potrebbero migliorare. Ma quello che più ci deve preoccupare è l’aspetto sanitario della vigna. Senza inverni freddi i parassiti si moltiplicano e la coltura biologica ci offre meno armi di difesa". Davide Lazzari, della cantina Rivabella di Monte San Pietro prevede l’avvio della vendemmia oltre alla seconda metà di agosto: "Servono forti decisioni politiche per la creazione di invasi diffusi. Abbiamo bisogno di impianti di cui si parla da troppi anni senza costrutto. E non solo per la viticoltura, ma anche per colture importanti come le patate ad esempio".

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