Versailles, cinquina sul palco "Bologna è il mio habitat musicale"

Il cantante, ex concorrente di X Factor stasera al Locomotiv con il nuovo singolo "Amore platonico con la città"

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‘Cinquina, una bella sventola di musica’ porta oggi (alle 20) al Locomotivi club una serata tutta da ballare e cantare. A cominciare dalla carica di Versailles, al secolo Luca Briscese, musicista classe 1996 diventato noto al grande pubblico grazie alla partecipazione a X Factor 2021 nel team di Hell Raton. Sarà lui, insieme ad altri ospiti, a scaldare il pubblico del Locomotiv, a partire dal suo ultimo singolo Comfort fit.

Versailles arriva a Bologna: che legame ha con la città?

"Nutro un grande amore platonico con Bologna: diverse volte ho provato a trasferirmi qui, senza successo. Resta nel mio cuore, è il mio habitat e riflette la mia dimensione artistica e umana".

Se dovesse descrivere la sua musica, che parole userebbe? "Direi che è fortemente influenzata dal post rock e dal grunge, a livello prettamente musicale, ma negli ultimi due o tre anni la mia prerogativa è diventata contaminarmi con altri generi. Arrivato a un certo punto mi sono reso conto di essere un rocker convinto, ma continuavo ad ascoltare anche tante altre cose, e così ho provato a integrare il tutto".

Dopo X Factor com’è continuato il suo percorso?

"Ho ripreso da dove avevo lasciato: prima di entrare c’era già l’intenzione di pubblicare un EP o un disco e alla fine ho optato per la prima scelta. Avevo bisogno di qualcosa che descrivesse tutta la mia prima fase di approccio alla musica".

Che risultati ha portato il programma?

"A livello personale e artistico sicuramente mi ha dato una consapevolezza diversa. Il grosso vantaggio di quel tipo di esposizione mediatica consiste nel fatto che, mettendoti a confronto con prove di livello alto, se riesci a reggere quel tipo di pressione, sei già a buon punto. Sempre senza montarsi la testa… ".

A lei quell’esposizione piace? "L’effetto è a metà tra il positivo e il negativo. Nell’epoca dei social tutto è istantaneo: io, dopo la seconda o la terza puntata, mi sono imposto di non guardare già il telefono. Aveva un impatto emotivo troppo forse su di me…".

E la dimensione del palco, invece, le appartiene?

"È sempre stata la mia dimensione, prima di ogni altra cosa, fin da quando ero piccolissimo. Mi è sempre piaciuto lanciarmi sul palco, anche senza competenze, soltanto con il coraggio e l’istinto viscerale di farlo. Sono fatto così".

Francesco Moroni

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