REDAZIONE BOLOGNA

Verso il referendum. Cinque sì per Lepore, due no per de Pascale

La volata finale al voto dell’8 e 9 giugno del sindaco e presidente della Regione. L’incontro con i promotori: "Raggiungere il quorum è possibile".

Il sindaco e il presidente della Regione invitano al voto per il referendum

Il sindaco e il presidente della Regione invitano al voto per il referendum

Uniti sull’importanza di andare al voto, l’8 e 9 giugno, per i referendum, meno sul come votare una volta davanti all’urna. Sono il sindaco Matteo Lepore e il governatore dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale, che in queste ore hanno svelato come si porranno davanti ai quesiti proposti nel corso di un incontro sul tema con il segretario di +Europa e presidente del comitato promotore del quesito referendario, Riccardo Magi, Hajar Drissi dell’associazione ’Dalla parte giusta della Storia’ e Antonella Soldo, coordinatrice della campagna referendaria per la cittadinanza.

"Voterò 3 sì e 2 no– ha detto de Pascale –. Cosa che non fa quasi nessuno, però credo che sia giusto dire quello che si pensa, credo che la trasparenza e l’onestà intellettuale siano le cosa migliori, sempre, da mettere in campo".

De Pascale, oltre che per il referendum sulla cittadinanza, voterà sì per due quesiti sul lavoro. "Il primo è quello sul Job Act, che alla fine crea una divisione fra licenziamenti discriminatori, licenziamenti non discriminatori, che è un po’ troppo vaga e quello sugli appalti a cascata e sulla sicurezza sul lavoro". I no, invece, De pascale li esprimerà sui quesiti relativi "ai contratti a tempo determinato e sulla definizione dell’indennizzo da parte del giudice". "In generale io credo che il messaggio sia di andare a votate e mandate un messaggio politico forte". Per quanto riguarda Lepore, invece, "voterò cinque sì e invito tutti ad andare". "Il voto dell’8 e il 9 giugno è un momento importante – ha aggiunto Lepore – e il referendum sulla cittadinanza in particolare è un buon motivo per andare a votare in tanti e in tante, perché c’è un’intera generazione che è tagliata fuori dal nostro Paese. Ci sono lavoratori che versano le tasse e i contributi che non hanno diritti di cittadinanza, ragazzi e bimbi che frequentano le nostre scuole che si sentono esclusi. Penso – ha concluso – che ormai si sappia in Italia tanti vorrebbero una riforma sulla cittadinanza, questa è l’occasione per dirlo con il voto".

Il referendum sulla cittadinanza abbrevia da dieci a cinque anni l’attesa per ottenere il passaporto italiano. "Il quorum è possibile", assicura il parlamentare di +Europa Riccardo Magi, numero uno dei comitato referendario, che ha ricordato: "Tutti ci dicevano anche sulla raccolta delle firme che non ce l’avremmo fatta...". E invece, "in tre settimane abbiamo raccolto 640mila firme – ha continuato – soprattutto di giovani e di donne. è un grande segno di partecipazione che vogliamo riproporre con il voto dell’8 e 9 giugno".

re. cro.