"Una situazione ormai insostenibile". Nel centro di accoglienza di via Mattei la tensione è palpabile: "Siamo più di 800 in uno spazio pensato per ospitare poche centinaia di persone – spiegano i diretti interessati durante l’assemblea dei migranti –. Ogni giorno arrivano nuovi migranti, ormai ogni spazio del centro è occupato da tende e letti. Nel retro aggiungono sempre nuove tende. Molti di noi dormono in capannoni dove ci sono decine e decine di letti, ammassati uno sull’altro, senza nemmeno un metro di distanza". La stessa assemblea, in un comunicato diffuso dal Coordinamento migranti di Bologna, annuncia che oggi alle 10 ci sarà un presidio davanti al Cas per raccontare perché "la vita dentro al centro Mattei fa schifo ed è insopportabile".
Gli spazi sovraffollati sono solo uno dei tanti problemi: "La maggior parte di noi non ha nemmeno un documento – continuano –. Anche se siamo qui da mesi, l’unica carta che abbiamo in tasca con scritto il nostro nome è una tessera per i pasti. A molti di noi non hanno ancora preso le impronte digitali per iniziare la richiesta di protezione. Siamo parcheggiati al Mattei, tenuti come pacchi postali e questa situazione va avanti da mesi, mesi in cui non possiamo lavorare, non possiamo ricevere le cure mediche, non abbiamo accesso a nessun servizio fuori dal centro. Viviamo sospesi senza poter far nulla e dobbiamo vivere con un pocket money di pochi euro".
Senza documenti, sottolineano i migranti, non si può cercare casa né lavoro: "Come facciamo a comprare dei vestiti e qualcosa di decente da mangiare se non possiamo lavorare per mesi? Il cibo è poco e scadente e anche le medicine scarseggiano. Gli spazi sono sporchi e pieni di insetti. Tutti gli ospiti hanno a disposizione pochi bagni, che spesso si otturano o si rompono. Se piove o fa vento le tende si sollevano e l’acqua entra nei nostri letti. Se abbiamo un problema di salute o con la burocrazia non sappiamo a chi rivolgerci. I corsi di italiano, poi, sono pochi".
Insomma, i migranti chiedono che arrivi una svolta al più presto: "Noi non siamo più disposti ad accettare tutto questo. Non accettiamo di essere trattati come criminali. Non accettiamo di rimanere per mesi senza i documenti e senza un lavoro. Non accettiamo di dover lavorare a nero oppure con contratti di pochi giorni per pochi euro, solo perché abbiamo la pelle nera. Noi siamo qui per rimanere, per costruirci un futuro e una vita migliore. Continueremo a lottare e ad organizzarci per questo".