
Don Massimo Vacchetti, direttore dell’Ufficio della Diocesi di Bologna per la Pastorale dello Sport, Turismo e Tempo libero, che Papa...
Don Massimo Vacchetti, direttore dell’Ufficio della Diocesi di Bologna per la Pastorale dello Sport, Turismo e Tempo libero, che Papa è stato Francesco? "Non farò analisi sul suo pontificato, sulle grandi espressioni che ha usato, ma vi lascerò il ricordo personale che mi coinvolge in prima persona".
Quali sono? "Il primo è la visita del Papa a Bologna il primo ottobre del 2017, che per me coincide con l’inizio del mio ministero all’Ufficio Sport, Turismo e Tempo libero della Chiesa di Bologna: da poco ne ero stato nominato direttore e in quell’occasione mi chiesero di coinvolgere anche il mondo dello sport e dello spettacolo".
In questi ambiti, cosa le ha insegnato Bergoglio? "Mi ha aiutato a guardare con un occhio diverso questo mondo, grazie alla sua espressione sulle periferie".
In che modo? "Il mondo dello sport e quello della spettacolo sono a primo impatto periferici. Ma l’ufficio era questo. E il Papa mi aveva fornito una chiave di lettura interessante. Diceva che le cose si vedono meglio dalla periferia, dunque vedere il mondo e Dio che le creano e muovono dal mondo dello sport e dello spettacolo fu una prospettiva interessante".
Qual è il secondo ricordo? "La visita che Bologna fece a Roma nel 2018, curiosamente proprio il 21 aprile, anniversario della sua morte. Una data che per Bologna è particolare, perché il giorno della liberazione".
Ci racconta del viaggio a Roma? "Bologna si spostò nella capitale per ringraziare il Papa per la sua visita sotto le Due Torri. Eravamo in 10 mila. Anche in quell’occasione mi chiesero di organizzare qualcosa".
Chi partecipò? "Con me c’erano Gianni Morandi, Francesco Guccini, Benedetto Chieffo e altri cantanti che animarono la piazza. In quell’occasione ebbi modo di incontrare il Papa, trattenermi con lui e salutarlo". Sabato andrà a Roma per le esequie? "Sì, parteciperò".
Mariateresa Mastromarino