Viaggiatori senza posto sui treni: caos in stazione

Effetto del dietrofront del governo sull’allentamento delle misure anti-Covid. I passeggeri: "Chissà se riusciremo mai a partire".

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e Francesco Zuppiroli

Il gruppetto è tutto intorno all’addetta di Trenitalia. La faccia è quella del "che dobbiamo fare per partire?". La dipendente parla con loro. Si allontana. Torna di nuovo. "C’è qualcuno che deve scendere oltre San Benedetto del Tronto?". La risposta corale è "No". "Allora venite con me". E una decina di persone la segue, diretto al bus sostitutivo che porterà i passeggeri ‘rimasti a piedi’ a destinazione. Cinque (da 55 posti, di cui 27 occupabili) ne sono stati organizzati ieri da Trenitalia, per sopperire al caos dovuto al dietrofront del Governo sul ritorno al ‘pieno carico’ nei treni dell’Alta velocità e delle lunghe tratte. Una finestra di due giorni in cui i viaggiatori si sono trovati a poter prenotare più posti di quelli che adesso, in base alla proroga delle normative anti-Covid, sono effettivamente disponibili. Motivo per cui ieri, molti, arrivati in stazione, hanno scoperto di non aver più il posto assegnato.

"Noi ci organizziamo sempre per tempo, abbiamo prenotato quando ancora c’erano le restrizioni per il Covid. Adesso, però, non sappiamo comunque se riusciremo a partire, perché il nostro treno, partito da Milano, è già pieno", dicono i coniugi Rita Bianco e Francesco Pio, entrambi medici, diretti a Ostuni con il treno delle 13,45. "Sapevano della proroga del Governo, avrebbero potuto aggiungere delle carrozze o dei treni per rispondere a tutti quelli che, legittimamente, hanno prenotato", concludono. Patrizia Di Santo è invece diretta a Montreux assieme a un’amica: "Al momento non dovremmo avere problemi, ma siamo riuscite a prenotare i biglietti soltanto ieri. E a un prezzo salatissimo, sotto i 100 euro non si trovava nulla". Michela Muscettela, Soti Rossetti e Arianna Perini sono appena arrivate da Firenze: "Dobbiamo raggiungere Milano e Verona, ma non troviamo posto sui diretti, tutti strapieni. Prenderemo dei regionali, arriveremo a sera a casa. Se tutto va bene, perché abbiamo anche dei cambi", raccontano le tre amiche.

E in effetti, a guardare il cartellone delle partenze, non c’è da essere troppo ottimisti. Alle 12,51, il treno per Brescia portava 120 minuti di ritardo. Quello per Lecce 85. Analoga situazione all’Alta velocità, con la Freccia per Torino Porta Nuova che, alle 15, aveva già 100 minuti di ritardo e l’Italo per Roma Tiburtina 85. "Avrei dovuto prendere il treno delle 15.15 per Roma – racconta Veronica al binario 18 –, ma la corsa ha subito un ritardo che si è protratto da 45 a oltre 80 minuti, così sono stata costretta a un cambio per un treno non alta velocità che passaper Roma". Sara, diretta a Ferrara, senza giustificazioni ha visto slittare il suo Frecciarossa di oltre un’ora e si aggira per la stazione sotterranea: "Nel tentativo di capire se e come posso cambiare il mio biglietto. Non ho ricevuto una comunicazione del ritardo, l’ho scoperto solo una volta arrivata qui e i minuti continuano a crescere, spero non si arrivi a una soppressione".

"Siamo consapevoli che si siano creati dei disagi – è il commento della ministra dei Trasporti Paola De Micheli –. Nel dpcm del 14 luglio avevamo inserito una serie di misure per permettere ai treni di raggiungere una capienza dell’80% che tuttavia, con l’innalzarsi della curva di contagi, non è stata più perseguibile. Questa è la linea decisa assieme ai cts, non vogliamo limitarci alla mascherina e continueremo con la linea della prudenza, consapevoli che situazioni come queste possono crearsi". "Stiamo cercando di contattare tutti i clienti che hanno acquistato il biglietto in quei due giorni – concludono da Trenitalia –, proponendo loro soluzioni alternative o, nella peggiore delle ipotesi, il rimborso del biglietto".

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