Esasperati dai continui furti, alcuni agricoltori di Budrio, fra cui Isacco Minarelli e Paolo Draghetti, hanno creato il gruppo Whatsapp ‘Segnali sospetti’ in cui scambiarsi informazioni e allertare gli iscritti in caso di presenze di auto o persone sospette. L’iniziativa è stata un successo: in poco tempo hanno aderito al gruppo più di 20 coltivatori solo del territorio di Budrio.
A ispirare il gruppo WhatsApp è stato uno degli input emersi dall’incontro tra agricoltori, a seguito del furto di due trattori ai danni di Paolo Draghetti e Davide Avati. L’obiettivo è alzare la soglia di attenzione e segnalare auto sospette in transito vicino a case e aziende o di passaggio nelle stradine di campagna. Draghetti racconta: "Ci scambiamo segnalazioni, perché il vicino di casa può diventare una sentinella molto utile quando si tratta di furti nelle campagne. Noi siamo al lavoro, contrariamente ad altre categorie e quindi siamo obiettivi sensibili per i ladri. I mezzi agricoli spesso restano al di fuori dei capannoni e basta un attimo per subire un danno da centinaia di migliaia di euro. Il gruppo punta a scambiare informazioni, ma anche a segnalare prontamente ai nostri carabinieri, che svolgono un lavoro importante. I militari però non possono essere ovunque. Negli ultimi anni molti coltivatori di Budrio hanno subito furti e gravi disagi". Non si parla soltanto di trattori, i soliti ignoti razziano anche attrezzi, l’intero raccolto e il gasolio. Fra i coltivatori c’è chi non chiude occhio o chi dorme nel magazzino per mettersi al riparo dai furti. "Tenere gli occhi aperti su ciò che avviene nel proprio territorio e condividerlo con gli altri – sottolinea Filippo Galeotti di Coldiretti – è diventato un modo per far sentire un minimo di vigilanza e mettere in pratica un’attività di prevenzione che ha già dato qualche frutto, come in altri territori".
Il bersaglio preferito dei ladri, fa sapere Coldiretti, sono i trattori di media dimensione, facili da caricare su camion, non troppo moderni e quindi privi di Gps, anche se dotati di antifurto. "Ciò che preoccupa è la facilità con cui i ladri annullano i sistemi antifurto del trattore, segno di una delinquenza specializzata", spiega Galeotti. Dopo l’avvio del gruppo WhatsApp i coltivatori hanno già evitato guai: "C’erano persone che lasciavano avvisi ai nostri cancelli, annunciando un controllo delle fattorie – racconta Draghetti –. Abbiamo controllato e non c’era nessun tipo di verifica in atto. Erano sicuramente dei ladri che volevano studiare le nostre proprietà".
Matteo Radogna
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