Villa Inferno, caccia ai nomi dei video hard

Dopo il nuovo indagato, un imprenditore, accusato di aver partecipato al filmato e indotto la minore a fare sesso in cambio di coca

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di Nicola Bianchi

La sera dei video hard, con protagonista l’allora diciassettenne

Marta (il nome è di fantasia, ndr), vi sarebbe stato anche lui. L’ultimo a finire nel registro degli indagati dell’inchiesta su Villa Inferno. "Sicuramente – spiega subito l’avvocato, Gemma Gasponi – è interesse del mio assistito chiarire la sua posizione rispetto alle pesanti accuse che gli sono rivolte". Tre le ipotesi di reato: spaccio, induzione alla prostituzione e pornografia minorile. Ma facciamo un po’ di ordine.

Nono nome. La svolta investigativa che ha portato all’iscrizione della nona persona – un quarantenne imprenditore della città, nessuna misura cautelare disposta – è dei giorni scorsi e va ad aggiungersi ai nomi di Davide Bacci, Luca Cavazza e Fabrizio Cresi (tutti ai domiciliari). Obbligo di firma per altre quattro. La notifica dell’avviso, con tanto di invito a comparire davanti al pm Stefano Dambruoso per rendere interrogatorio (dove si è avvalso), risale a venerdì scorso. Un paio di pagine dove la procura gli contesta tre capi di imputazione, in concorso con altri indagati. In primis con Cavazza, l’ex politico sponda Lega e capo ultras Virtus, con il quale avrebbe reclutato, indotto o comunque favorito e organizzato la prostituzione di Marta, in cambio di cocaina. In particolare, stando alle accuse, a Villa Inferno, l’abitazione di Pianoro con sauna e piscina di Bacci. Proprio in quel contesto, il nono indagato – il cui nome è emerso recentemente dagli ultimi interrogatori e da testimonianze originariamente secretate –, avrebbe offerto alla minore "numerose dosi di sostanza stupefacente", inducendola alla consumazione di rapporti sessuali con lui e con terzi. Tutto ciò sarebbe accaduto da ottobre a febbraio.

I video. Nella serata del 2 ottobre, ecco però nuovi guai per il quarantenne il quale avrebbe realizzato un filmato a Marta e a un’altra ragazza di 29 anni durante un rapporto e successivamente alla stessa ragazzina con altri durante un’orgia. Un dettaglio, quello del video, fino a oggi addebitato al solo Bacci. "Ad un certo punto – spiegò Marta in caserma – Bacci, seguito da alcuni amici, si è avvicinato alla stanza e ricordo che ha cominciato a filmarci". "Ricordo – così invece la 29enne sua partner – che a un certo punto il proprietario di casa si è avvicinato con il suo cellulare e ha cominciato a riprenderci. Dietro di lui c’erano altri tre amici ma non ricordo i nomi".

I presenti. Proprio quel video (in realtà sarebbero due) è uno degli elementi chiave in mano all’accusa, la quale sta cercando di risalire a tutte le persone presenti in quella serata. Stando alla giovane vittima, "c’erano una decina di ragazzi e ragazze che quando siamo arrivati stavano pippando". Tra quelli, cinque degli attuali indagati (Bacci, Cavazza, l’imprenditore F.F., l’ingegnere M.M. e ora il quarantenne), poi altre "due o tre coppie che non conosco". Di quella serata di inizio autunno ha parlato anche Cavazza nell’interrogatorio dell’11 settembre dal pm, rimasto secretato per un mese: "Ricordo con mio disappunto che Bacci aveva realizzato filmati con il suo telefonino dei rapporti tra le ragazze". Il primo girato in una stanza, il secondo in sauna. Anche l’ex politico ha parlato di successivi "rapporti di gruppo" con la minorenne ai quali però "io non ho partecipato".

Caccia alle case. Ma oltre ai nomi, gli inquirenti si stanno concentrando sulle ’altre’ Villa Inferno. Abitazioni private dove avvenivano festini a base di sesso e cocaina sempre in presenza della minorenne. Cinque in particolare, in zona centro a Bologna, e tutte di altrettanti indagati dove avvenivano le "fattanze" o, come definite da qualcuno, le "riunioni conviviali". Ma non sarebbero le uniche. Così come il numero delle persone sotto inchiesta che presto potrebbero crescere ancora.

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