Villa Inferno, altre case nel mirino. La Bologna bene trema

Indagini su festini e persone diversi da quelli già scoperti nella casa di Pianoro. Lo spunto arrivato da un’intercettazione telefonica

Tra le pratiche a Villa Inferno anche l'uso di stupefacenti

Tra le pratiche a Villa Inferno anche l'uso di stupefacenti

Bologna, 7 settembre 2020 - «In tutte le case a Bologna dove si fanno le ’chiuse’ ogni fine settimana lei c’è finita dentro... e parlo di gente che la bamba (cocaina, ndr) la può comprare, non pezzenti». Anzi, «gente che ti prende, ti mastica e ti sputa».

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Non solo Villa Inferno, dunque: sarebbero anche altre le case, in città, in cui serate a base di cocaina e sesso ci sono «ogni fine settimana». Festini organizzati da persone diverse rispetto a quelle di Villa Inferno, che graviterebbero attorno a un noto locale in città. E gli inquirenti, questa nuova pista, non intendono certo farla finire nel nulla. È un giro che potrebbe coinvolgere decine e decine di nomi, in città, quello che, partendo dalle indagini sui festini nella casa di Pianoro in cui sarebbe stata coinvolta anche una minorenne, ora sembra ampliare parecchio i confini dell’inchiesta.

La ragazzina "Ero ingenua e vulnerabile"

Il nuovo spunto è partito, appunto, anche dalla frase in cui uno degli indagati fa riferimento alle «chiuse», vocabolo che per gli inquirenti significherebbe festini a base di sesso e droga. Perciò sono finiti sotto la lente numerosi nomi della ’Bologna bene’, benché sia presto per dire se siano state coinvolte altre minorenni. 

Per il momento, tornando a Villa Inferno, dagli approfondimenti di Procura e forze dell’ordine non emergono altre ragazzine così giovani alle serate hard; l’ex compagna di classe introdotta dalla diciassettenne da cui è partita la denuncia che ha aperto il vaso di Pandora, all’epoca aveva infatti appena compiuto i 18 anni.

È proprio quest’ultima che, al telefono con uno degli indagati, discute con lui della vicenda, dopo che la notizia della denuncia ai carabinieri da parte della madre della ragazzina ha già cominciato a diffondersi. «Lei è finita nel giro di Bacci – si dicono i due –, che la sta logorando (...). Un circolo vizioso assieme ad altre ragazze, anche perché casa di Bacci a Bologna è conosciuta come una cosa che sai quando entri e non sai quando esci...». E poi: «Penso che sia la polizia che i carabinieri sappiano di questa abitazione e prima o poi faranno una retata... perché comunque qualcuno in quel circuito spaccia e ormai si sa». 

Dopo le denunce della madre (l’ultima è di marzo), arricchite con nomi e cognomi dalle indagini e dalle dichiarazioni rese della stessa adolescente e dai testimoni, «qualcuno di loro (cioè delle persone che frequentano le ’chiuse’, ndr) è stato contattato dalle forze dell’ordine e adesso è terrorizzato... È meglio che lei se ne vada da Bologna, perché ormai qui sanno tutto», riferisce l’indagato confidandosi con l’amica. «Non frequentare più quella gente – le suggerisce alla fine, – so che c’è un’indagine aperta. È saltato fuori il mio nome, perché nel telefono della ragazzina c’era molta roba».

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