Villa Inferno, inchiesta al termine E Bacci resta agli arresti domiciliari

No della Cassazione alla revoca della misura per l’impreditore, poi pizzicato a comprare una lavatrice

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Resta agli arresti domiciliari Davide Bacci, l’imprenditore e proprietario della villa di Pianoro, scenario dei festini a luci rosse a base di sesso e droga con la partecipazione di una minore. Parliamo dell’indagine Villa Inferno, scoppiata l’estate scorsa dopo le dichiarazioni dell’allora 17enne, che ha portato i carabinieri e il pm Stefano Dambruoso a indagare nove persone, a vario titolo per induzione alla prostituzione minorile, pornografia minorile e spaccio. Indagine, con al centro i festini, che gli inquirenti stanno per chiudere.

Tornando a Bacci, la Cassazione ieri ha rigettato la richiesta dei suoi legali di revocare la misura degli arresti domiciliari. L’imprenditore edile, tra gli indagati, fu l’unico originariamente a finire alla Dozza – ai domiciliari il parrucchiere Fabrizio Cresi e l’agente immobiliare Luca Cavazza, quest’ultimo a fine anno ha ottenuto l’obbligo di firma –, con il gip Letizio Magliaro che l’8 settembre aveva poi disposto la detenzione nell’abitazione del padre, valutando superato il rischio di reiterazione del reato. Gli avvocati Roberto D’Errico e Giovanni Voltarella avevano impugnato l’ordinanza del gip, sottolineando nel loro ricorso in Cassazione l’esistenza di molto vizi, oltre alla mancanza di una gravità indiziaria complessiva, evidenziando poi l’assenza di esigenze cautelari tali da sfociare nella necessità di una misura. "Aspettiamo di vedere cosa hanno scritto i giudici", l’unico commento dei legali. Ma non è finita.

Proprio nei giorni scorsi, Bacci si è visto aggravare leggermente la sua attuale misura per averla violata. L’imprenditore, che aveva ottenuto dal tribunale la possibilità di uscire di casa solo per andare al lavoro, è stato ’pizzicato’ da un carabiniere in un centro commerciale ad acquistare una lavatrice per il padre gravemente malato. Una sosta in buona fede durante il tragitto lavoro-casa che gli è costata cara. La Procura, contestando l’evasione, aveva chiesto di nuovo il carcere, il gip invece l’ha valutato come fatto lieve seppur togliendogli ora la possibilità di lavorare.

n.b.

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