Villa Inferno Bologna, i consigli del fidanzato alla minorenne. "Aspetta 35 giorni"

L’agente immobiliare di 42 anni dalle intercettazioni appare preoccupato per eventuali indagini e cerca di spaventare la giovane

La villa di Pianoro dove si consumavano le serate tra sesso e droga

La villa di Pianoro dove si consumavano le serate tra sesso e droga

Bologna, 12 settembre 2020 - "Ti manca davvero poco alla totale libertà. Trentacinque giorni ai 18 anni". La totale libertà di passare le giornate in ‘fattanza’ a sniffare cocaina senza dover rendere conto a "quella matta di tua mamma". Così, P. R., l’ultimo ‘fidanzato’ di Marta (il nome è di fantasia) la sollecitava a dare una facciata di equilibrio alla sua vita, in modo tale da non fare insospettire ancora di più la madre, ed evitare che la donna facesse "un’altra denuncia". L’uomo, 42 anni, agente immobiliare, è indagato nell’inchiesta dei carabinieri della Bologna Centro, coordinata dal pm Stefano Dambruoso, che ha portato a scoperchiare un giro di festini a base di cocaina e sesso estremo ospitati nella villa di Pianoro di uno degli indagati, Davide Bacci. ‘Villa Inferno’ che, secondo gli inquirenti, era frequentata anche da ragazze minorenni. Come appunto Marta, da cui è partita tutta l’inchiesta. P. R., per evitare di finire nei guai, consapevole della minore età della ragazza, era arrivato anche a dirle che, se la madre fosse tornata un’altra volta dai carabinieri, lei sarebbe stata affidata ai servizi sociali. In particolare, la discussione tra i due sull’argomento è avvenuta il 2 marzo scorso. I due chattano come al solito su whatsapp e, quando lui le chiede dove si trovi, lei risponde: "Sto facendo fattanza". Al che lui replicava: "Con tua mamma che è sul piede di guerra non mi sembra molto intelligente". La conversazione proseguiva con P. R. che, per convincerla (e spaventarla) le diceva che poteva essere "un vero casino". Un casino che lei non poteva neppure immaginare. E alla richiesta di spiegazioni, chiariva: "i carabinieri ti troveranno e fidati che non saranno bei momenti. Possono darti ai servizi sociali per quel che ti manca per arrivare ai 18 anni e metterti in una struttura tipo una comunità". E più preoccupato per sé che per il mese in comunità prospettato a Marta: "E se ti trovano quelli o quello che è con te passerà davvero dei guai". Al contrario, in caso si fosse comportata con "lucidità", il futuro tra loro sarebbe stato ‘roseo’: "Ne faremo finché vuoi di fattanze quando saremo liberi. Solo 35 giorni". Leggi anche "Ma tu hai visto le foto delle minorenni?". Il passaparola scuote Bologna - Crepet: giovani alla deriva. "Nascosti dietro droga e chat" - Un indagato svela le regole dei festini - "Cocaina e sesso nel bagno turco" - "Quella ragazza è come Satana". Le accuse del fidanzato 45enne Ma i guai, come pronosticato, sono arrivati. Con la Procura che dopo aver scoperchiato questo vaso di Pandora fatto di degrado e disagio che ha trafitto la cosiddetta ‘Bologna bene’, adesso sta continuando a scavare tra le abitudini degli indagati e tra i frequentatori di Villa Inferno. Accusati, a vario titolo, di spaccio, induzione alla prostituzione minorile e pedopornografia. Due giorni fa, negli uffici di via Garibaldi è stata ascoltata un’altra ragazza – maggiorenne – che, come Marta, avrebbe partecipato alle serate estreme. Il tutto, mentre il gip Letizio Magliaro sta decidendo sulle richieste presentate dai difensori degli indagati, come M.M., ingegnere di 36 anni, attualmente all’obbigo di firma, difeso dall’avvocato Gabriele Bordoni, che mercoledì sarà di nuovo ascoltato in Procura.

"Il mio assistito ha collaborato, spiegando come avvenivano le serate di Villa Inferno. Ora siamo in attesa della decisione del giudice sulla revoca della misura: in caso venga approvata, visto che non sussistono più esigenze cautelari e il mio assistito ha intrapreso un percorso di recupero, siamo pronti a collaborare ancora. Altrimenti vuol dire che quello che ha da raccontare non merita attenzione. In caso, ci avvarremo della facoltà di non rispondere". Tra gli indagati, oltre al padrone di casa Bacci, difeso dagli avvocati Roberto D’Errico e Giovanni Voltarella, a cui il gip ha concesso i domiciliari, figura anche Luca Cavazza, ultrà della Virtus che si era candidato consigliere alle scorse regionali con la Lega. L’immobiliarista, ventisettenne, difeso dagli avvocati Ercole Cavarretta e Massimiliano Bacillieri, è ai domiciliari, come anche Fabrizio Cresi, parrucchiere di 47 anni difeso da Donata Malmusi.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro