Villa Inferno Bologna: la ragazza racconta i festini al giudice. "C'era sempre cocaina"

Iniziato l'incidente probatorio in cui la vittima, all'epoca 17 anni, racconta al Gip la sua versione. Cinque gli indagati presenti in aula, anche Bacci

Davide Bacci davanti alla piscina di Villa Inferno

Davide Bacci davanti alla piscina di Villa Inferno

Bologna, 26 aprile 2021 - "A Villa Inferno c'era sempre cocaina e la cocaina mi rendeva euforica, mi rendeva disinibita. Di conseguenza hanno abusato di me". È iniziato alle 10,20 l’incidente probatorio sui festini di Villa Inferno. Perché, come chiesto dal pubblico ministero Stefano Dambruoso, le dichiarazioni di Marta (nome di fantasia), l’allora 17enne che con le sue denunce diede vita all’indagine, vanno cristallizzate con un’udienza in forma protetta con tutti i crismi di legge. È proprio la giovane, oggi già maggiorenne e presente in aula con il suo avvocato, ha iniziato a parlare davanti al gip Letizio Magliaro e alle parti coinvolte. Dei 15 indagati, ne sono presenti cinque, tra cui Davide Bacci, il proprietario della villa di Pianoro dove avveniva i festini finiti sotto accusa. 

L’8 febbraio la Procura aveva notificato la richiesta di incidente probatorio (una seconda notifica, per via di un vizio procedurale, alcune settimane più tardi, ndr) sottolineando come la "prova appare determinante per la decisione dibattimentale", in quanto "gli indagati sono legati alla persona offesa da frequentazioni di vario genere", con consumazione "di droghe e denaro". 

Marta è una delle quattro parti offese – tutte giovani ragazze – dell’inchiesta sui festini a base di sesso e droga nella villa di Pianoro. E proprio le sue parole, nel febbraio 2020 quando ancora era minorenne, hanno scoperchiato il pentolone portando carabinieri e Procura a indagare, a vario titolo e in due tranche investigative, 15 persone: induzione alla prostituzione e pornografia minorile, spaccio, truffa, le accuse. E in quegli incontri con parte degli indagati, a Villa Inferno e in altre case del centro città, Marta "acquistava, assumeva o condivideva cocaina anche dietro il pagamento di denaro o con prestazioni sessuali" riprese con i telefonini e poi diffuse.

L’inchiesta è stata chiusa due settimane fa. 

Notizia in aggiornamento

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