CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Villa Inferno, sentenza d’appello. Festini a base di sesso e cocaina, sconti di pena per alcuni imputati

Tutto era partito dalla denuncia della madre di una ragazza all’epoca minorenne: rito abbreviato. Assolti Resca e Di Cesare, per Marchesini rigettata richiesta di condanna per induzione alla prostituzione

La villa di Pianoro dove si consumavano le serate tra sesso e droga

La villa di Pianoro dove si consumavano le serate tra sesso e droga

Si chiude con la rimodulazione di diverse condanne, e in alcuni casi con ‘sconti’ anche consistenti, il processo d’appello con rito abbreviato ‘Villa Inferno’ a carico di nove persone per i festini a base di sesso e cocaina in una villa di Pianoro, nel Bolognese.

A dare il via alla vicenda fu, nel 2020, la denuncia della madre di una ragazza all’epoca minorenne che aveva partecipato ai festini. Il processo di primo grado si concluse nel 2022 con condanne fino a 4 anni e due mesi, e ieri il collegio di giudici della Prima sezione penale della Corte d’appello, presieduta dal giudice Laura Sola, ha emesso la sentenza di secondo grado. Tra i punti, l’appello del pm Stefano Dambruoso, ribadito dalla sostituta pg Antonietta Di Taranto, con cui si chiedeva la condanna per induzione alla prostituzione di Piero Randazzo (avvocato Giulia Maria Bellipario) e Michele Marchesini (avvocato Gabriele Bordoni), in primo grado assolti da questa accusa.

L’appello nei confronti di Marchesini, condannato in primo grado a un anno e 4 mesi, in merito alla prostituzione minorile è stato rigettato: "Si consolida una doppia conforme di assoluzione, quindi immaginiamo che la vicenda processuale per quella imputazione finisca qui – le parole di Bordoni –. Per lo spaccio in forma attenuata, invece, sottoporremo alla Cassazione le tematiche in diritto che abbiamo proposto in appello con le ipotesi di consumo di gruppo".

Per Randazzo, in primo grado condannato a tre anni per spaccio e per le foto fatte con la minore, l’appello è stato accolto, anche se il reato è stato riqualificato da induzione a quello, meno grave, di ‘utilizzazione della prostituzione minorile’. Alla fine, per Randazzo, la pena è stata rideterminata in 3 anni, un mese e 10 giorni e 14.000 euro di multa, revocate le statuizioni civili.

Sconti di pena consistenti a Ivan Resca (assistito dall’avvocato Marco Sciascio), in primo grado condannato a un anno e 10 mesi: in appello rideterminata la pena, scesa a due mesi e 20 giorni e 600 euro: "È caduta l’accusa più grave – dice Sciascio –, siamo molto soddisfatti, oggi è stata restituita giustizia. Lavoreremo in ottica della Cassazione per eliminare l’ultima contestazione residua".

‘Sconto’ per Fabrizio Cresi (condannato in primo grado a due anni e 10 mesi per induzione alla prostituzione e spaccio), assistito dall’avvocato Giampaolo Cristofori: in appello pena rideterminata in un anno e sei mesi, oltre a 3.600 euro di multa, il reato di induzione alla prostituzione ritenuto solo tentato.

Condanne ridotte per Andi Huqi (avvocati Francesca Benati e Pietro Giampaolo) - da due anni e 4 mesi a due e 1.600 euro, e per Paolo Prosapio (avvocato Giovanni Voltarella), in primo grado condannato a due anni e otto mesi, la pena è stata ridotta a due anni di reclusione e 3.000 euro (caduta l’aggravante della cessione a minore): Prosapio, non avendo partecipato ai festini, non poteva conoscere l’età della ragazza.

Per Gianluca Campioni (avvocato Gemma Gasponi), condannato in primo grado a un anno e 10 mesi per spaccio, confermata l’appellata sentenza, ma assolto "dal reato di tentata truffa in concorso, non punibile per particolare tenuità del fatto". Assolta Elisabetta Di Cesare (avvocati Silvia Starnadori e Aldo Savoi Colombis). Confermata la condanna a 4 anni e due mesi per spaccio per Gianni Marseglia, assistito dall’avvocato Matteo Murgo: "Faremo ricorso in Cassazione reputando iniquo il trattamento sanzionatorio", spiega Murgo.