Villaggio Coldiretti Bologna, Conte: "I dazi ci farebbero molto male"

Selfie, strette di mano e cori di incitamento in piazza VIII agosto per il premier. Gli agricoltori: "Il falso parmigiano sorpassa il vero"

Il premier Giuseppe Conte al Villaggio Coldiretti di Bologna (FotoSchicchi)

Il premier Giuseppe Conte al Villaggio Coldiretti di Bologna (FotoSchicchi)

Bologna, 28 settembre 2019 - Sono  due i protagonisti della seconda giornata del Villaggio Coldiretti montato tra piazza VIII Agosto e la Montagnola: il Parmigiano e il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il premier, infatti, è già arrivato a Bologna (VIDEO), è l’ospite d’onore della kermesse nazionale degli agricoltori (VIDEOche domani è pronta ad accogliere anche Matteo Salvini

Selfie, strette di mano e cori di incitamento. E' stata calda l'accoglienza per il premier Conte in piazza VIII Agosto. Il Presidente del Consiglio è arrivato dopo le 11, in ritardo di una mezzoretta sul programma a causa di alcuni ritardi aerei, ma si è trattenuto anche oltre il suo intervento per salutare produttori, agricoltori e tanta gente comune. In particolare, Conte è salito su un palco dove si stava preparando il grana con i metodi tradizionali di una volta: "Volevamo farti un gradito omaggio. Questa cagliata verrà fatta scolare in una fascera e vorremmo che ti firmassi la forma, di cui ci prenderemo cura per 2 anni e te la recapiteremo una volta stagionata. E' una promessa, assolutamente un buon augurio".

Il premier ha sorriso e alzato il pugno per ringraziare. Quindi, accompagnato dai vertici di Coldiretti, ha visitato altri gazebo per poi lasciare la piazza e volare in Regione, dove ha partecipato a un convegno in occasione della Giornata Mondiale dei Sordi. Dal palco, Conte ha promesso massimo impegno sulla questione dazi. "Aspettiamo, credo si tratti di qualche giorno, la risposta dell'arbitrato Wto sulla decisione degli Stati Uniti di applicare dazi a prodotti Ue", ha ricordato il premier: "Quella decisione ci farebbe molto male, per cui posso assicurare che ha la massima attenzione del Governo e la mia personale. Non è facile intervenire a far pesare specifiche considerazioni, ma ce la metterò tutta".

Mano tesa alla Coldiretti anche per gli interventi in tema green: "Vi voglio alleati del governo in questo progetto di Green new deal per un'Italia più verde", perché "dobbiamo progettare il futuro già oggi tutti insieme e vi aiuteremo con incentivi e non con penalizzazioni", la promessa, accolta tra gli applausi. Per il premier, infatti, "dobbiamo lavorare per una cultura del riciclo dismettendo la cultura del rifiuto, e per una transizione ecologica in prospettiva". Per questo, il governo "non vuole mettere in difficoltà i coltivatori, ma vi chiede di iniziare a pensare al domani", cioè "iniziare ad adottare buone pratiche socialmente responsabili, dall'incremento dell'agricoltura biologica a un maggiore ricorso a energie rinnovabili".

La visita di Conte coincide con la protesta del popolo del ‘Parmigiano’ e del ‘Grana Padano’, che con mucche e zangole è pronto a scendere in piazza contro l’ipotesi avanzata dal presidente americano Donald Trump di imporre dazi ai prodotti europei, con un inevitabile e difficilmente quantificabile danno per il cibo Made in Italy. Al villaggio Coldiretti, dunque, convergono produttori, allevatori, casari e stagionatori da tutta italia, realizzata la ‘prima galleria dei nemici del Parmigiano’ con esposte le false imitazioni (nella foto sotto) che popolano gli scaffali di tutto il mondo, sfruttando il marchio e il nome dei famosissimi originali. 

I 'nemici' del parmigiano che i dazi, secondo Coldiretti, rischiano di moltiplicare

Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini,  ha richiamato l'attenzione del governo sui danni che la cimice asiatica sta provocando all'agricoltura: "Abbiamo un'emergenza e si chiama cimice asiatica: ci serve con immediatezza il decreto attuativo per l'inserimento dell'animale antagonista e un piano di sostegno per le imprese per i prossimi quattro anni". 

Ieri il Villaggio ha aperto con un notevolissimo afflusso di pubblico. Già alle 11 si erano formate lunghe file davanti agli stand, complici anche il sole e il caldo. Di dazi ha parlato anche la ministra per le politiche agricole, Teresa Bellanova: «E’ assolutamente un problema. Ho scritto una lettera al presidente del Consiglio e al ministro degli Affari esteri per dire che la reazione di Trump non la possono pagare i produttori, i coltivatori e i trasformatori italiani». Anche il governatore Stefano Bonaccini ha lanciato l’allarme: «Nel 2018 l’agroalimentare emiliano-romagnolo ha esportato per 8 miliardi di euro, non possiamo permetterci una scelta che danneggerebbe gran parte della nostra economia». 

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Coldiretti: il falso Parmigiano sorpassa il vero

La produzione di falsi Parmigiano Reggiano e Grana Padano nel mondo ha superato quella degli originali, con il diffondersi di imitazioni in tutti i continenti che toglie spazi di mercato ai simboli del Made in Italy, ed è trainata da "un'industria del tarocco che i dazi rischiano di rendere sempre più fiorente e che ha paradossalmente i suoi centri principali nei Paesi avanzati, a partire dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia al Sudamerica". Lo denuncia Coldiretti.

"Il Parmigiano, assieme al Grana, è, il prodotto agroalimentare più imitato nel mondo - sottolinea Coldiretti - che diventa Parmesan dagli Stati Uniti all'Australia, dal Sudafrica fino alla Russia, Parmesano in Uruguay, Reggianito in Argentina o Parmesao in Brasile o altro anche più fantasioso, come il Grana Pampeana senza dimenticare i formaggi similari che si moltiplicano anche in Europa". 

Tra i maggiori produttori di falsi, rileva Coldiretti, ci sono gli Stati Uniti "dove il mercato delle imitazioni dei formaggi italiani ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni". "In termini quantitativi si producono negli Usa 204 milioni di chili di Parmesan, al secondo posto dopo la mozzarella con 1,89 miliardi di chili, e davanti a provolone con 180 milioni di chili, ricotta con 108 milioni di chili e Romano con 26 milioni di chili. Il risultato è che sul mercato a stelle e strisce appena l'1% in quantità dei formaggi di tipo italiano consumati ha in realtà un legame con la realtà produttiva tricolore mentre il resto è realizzato sul suolo americano. Una situazione che rischia di aggravarsi con il via libera del Wto ai dazi proposti da Trump".

Una mossa, denuncia Coldiretti, "sostenuta soprattutto dalla lobby dell'industria casearia Usa (CCFN) che ha addirittura scritto al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per chiedere di imporre tasse alle importazioni di formaggi europei al fine di favorire l'industria del falso Made in Italy".

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