Vince il cognato, salta l’appalto della coop

Bando da 120 milioni al Sant’Orsola. Il Consiglio di Stato dà ragione a Rekeep e L’Operosa: "Direttore della gara in conflitto d’interessi".

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di Federica Orlandi

Una gara d’appalto da 123 milioni di euro per la gestione dei ‘servizi integrati di supporto alla persona’ al Sant’Orsola. Il conflitto d’interessi che, secondo i giudici amministrativi, pesava su uno dei dirigenti che ha gestito il bando; l’annullamento dell’esito della gara e l’aggiudicazione alla cordata arrivata terza: sono gli ingredienti di una vicenda destinata a far discutere.

Partiamo dall’inizio. Il progetto di gara (2017) è firmato dal dottor Marco Storchi, direttore della struttura complessa dei servizi di supporto alla persona. A gennaio 2019, l’esito: vince l’appalto, con 70 punti, Coopservice, impresa di Reggio Emilia; secondo posto a Dussmann Service e terzo, con 44 punti, il raggruppamento formato da Rekeep (titolare uscente del precedente appalto per quell’incarico) e dalla società cooperativa L’Operosa. A febbraio 2020, il Sant’Orsola firma il contratto con Coopservice e i suoi addetti sostituiscono quelli di Rekeep.

Qualcosa però non torna. I terzi classificati, rappresentati tra gli altri dall’avvocato Silvia Marzot, impugnano l’ammissione delle prime due con un ricorso al Tar. Il quale lo dichiara in parte inammissibile e in parte lo respinge nel merito.

Rekeep e L’Operosa non si arrendono. Si arriva al Consiglio di Stato. Nel mirino, la presunta incompatibilità della figura di Storchi, che tra il 1998 e il 2004 è stato dipendente di Coopservice e, in più, è cognato del presidente del cda della coop. Elementi che, secondo il ricorso, non furono notificati per tempo. Dussmann viene attaccata invece per una "mancanza dei requisiti speciali".

Il primo giudice, come anticipato, non è d’accordo. Sull’incompatibilità di Storchi, respinge il ricorso osservando che "non ci sono evidenze di un’alterazione del concorso per effetto della sua posizione" e a luglio 2017 "in un incontro di dialogo tecnico il materiale progettuale è stato messo a disposizione di tutti eliminando eventuali asimmetrie conoscitive tra i concorrenti". Inoltre, "il dottor Storchi ha reso la dichiarazione sulla assenza di conflitto di interessi nel dicembre del 2017". Dichiarazione in cui specificava di avere lavorato per Coopservice aggiungendo che "attualmente vi lavora mio cognato". Nel frattempo, l’amministrazione del Sant’Orsola, "appena si è profilata la possibilità di un potenziale conflitto di interessi, ha rimosso Storchi dall’incarico di direttore dell’esecuzione dell’appalto".

Il Consiglio di Stato invece ribalta la sentenza. Cominciando proprio da quest’ultima rimozione "contraddittoria" dall’incarico da parte del Policlinico, ritenuta "una sorta di riconoscimento ex post, sostanzialmente confessorio, della effettiva concretezza dell’incompatibilità, che tardivamente ha cercato di correggere". E la dichiarazione del 2017? "Asseritamente resa in corso di gara, ma di fatto allegata alla successiva dichiarazione del febbraio 2019 e prodotta in giudizio l’aprile successivo", non è protocollata.

"Dunque – riflettono ancora i giudici del Consiglio di Stato – non vi è prova che sia stata allegata nel corso del procedimento o portata in quel contesto a conoscenza degli operatori concorrenti".

Il ruolo del dirigente, in più, è di coordinamento e responsabilità nell’esecuzione del contratto, dice il giudice. Quindi "avrebbe potuto intervenire o influenzare il risultato" avvantaggiando una potenziale favorita, possibilità "non superata né dal fatto che alla progettazione abbiano partecipato altri uffici, in quanto la circostanza non esclude un accesso privilegiato di Coopservice alle informazioni per predisporre la migliore offerta, né dal fatto che l’elaborato progettuale a un certo momento sia stato portato a conoscenza di tutti gli operatori interessati, in quanto il vantaggio potrebbe essersi comunque determinato sotto forma di anticipata conoscenza degli atti di gara". Il Consiglio di Stato dà, quindi, ragione a Rekeep e L’Operosa.

Anche per quanto riguarda Dussmann: le "lacune contenutistiche" ravvisate nel contratto presentato alla gara "sono tali da giustificarne l’esclusione", si spiega. Così, Rekeep - L’Operosa balzano al primo posto. L’appalto è loro, la sentenza è esecutiva entro 30 giorni.

Coopservice, dal canto suo, annuncia battaglia: "Nel prendere atto delle sentenza pubblicata e senza voler entrare nel merito tecnico-giuridico delle argomentazioni in essa contenute, che comunque ribaltano i precedenti esiti favorevoli, Coopservice tiene a precisare che approfondirà l’impianto decisionale al fine di impugnarlo, nei modi e nei termini di legge, nelle opportune e competenti sedi giudiziarie".

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