Violenza sessuale a Londra. Dopo l'accusa il verdetto. "Colpevoli"

Uno dei due giovani imputati, bolognese, è svenuto in aula al momento del verdetto. Il padre: "Non ci sono prove certe"

Lo sgabuzzino del Toy Room Club  di Londra in cui si sarebbe consumato lo stupro

Lo sgabuzzino del Toy Room Club di Londra in cui si sarebbe consumato lo stupro

Bologna, 16 ottobre 2019 - Colpevoli. La giuria della Isleworth Crown Court di Londra ieri ha espresso questo giudizio nei confronti dei due ragazzi italiani, un bolognese di 26 anni e un napoletano di 25, accusati di avere stuprato una coetanea al Toy Room Club di Soho, Londra, due anni fa. Il bolognese, al momento del verdetto si è sentito male ed è svenuto in aula, battendo la testa: è stato portato all’ospedale.

Il fatto, raccontato dal Carlino poco più di una settimana fa, risale al 25 febbraio 2017. Gli italiani erano in Inghilterra per motivi di studio e lì, pochi giorni prima di rientrare in Italia, avrebbero perpetrato la violenza ‘lampo‘. Un quarto d’ora chiusi con la ragazza in uno sgabuzzino del locale, poi, stando a quanto ripreso dalle telecamere di sorveglianza del locale vagliate dai poliziotti di Scotland Yard, si sarebbero dati alla fuga e poi abbracciati e dati il cinque, congratulandosi a vicenda. I ragazzi, fermati dalla polizia a marzo dell’anno successivo, hanno ammesso di avere avuto un rapporto sessuale con la giovane, ma sostengono fosse consensuale.

Lei invece alla polizia e in aula ha rivelato di non ricordare nulla di quanto successo tra il momento in cui ha baciato i due sulla pista da ballo e quando si è ritrovata sola e sanguinante nel bagno delle donne, affermando che quella sera era «ubriaca dieci, su una scala da uno a dieci». Portata all’ospedale, l’allora 23enne ha avuto bisogno di un intervento chirurgico per le ferite riportate. «Quel giorno avevo iniziato a bere alle 11 di mattina, perché era il compleanno di un amico – rivelò la vittima –. Ero molto ubriaca, sono persino caduta varie volte». Dunque, per l’accusa non poteva essere in grado di acconsentire al rapporto.

I ragazzi erano poi tornati in Italia. Ma a marzo 2018, il bolognese era rientrato a Londra per assistere a una partita di calcio, e qui arrestato all’aeroporto di Heathrow. Interrogato, era stato poi rilasciato dietro una cauzione di 40mila sterline, così come l’amico napoletano, consegnatosi spontaneamente un mese dopo. «Non mi aspettavo una cosa del genere, provo un’enorme sofferenza – dice il papà del 26enne bolognese –. Vedo soffrire mio figlio per una vicenda che alla base non ha alcuna prova evidente». La ragazza infatti non ha mai riconosciuto i due presunti aggressori, perciò le accuse si basano sui video e sul racconto degli stessi imputati. L’ultima parola, comunque, spetta al giudice, a giorni: se propenderà per la colpevolezza (come è probabile, dato il parere della giuria) stabilirà una condanna, poi i due avranno 30 giorni per fare appello.

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