CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Violenza sessuale, udienza rinviata al 10 marzo. La vittima: "Delusa dai tempi troppo lunghi"

Il fatto nel 2021, all’epoca aveva 18 anni: imputato conosciuto sui social. Lei: "Voglio avere giustizia". L’avvocato: "Traumi mai ricomposti"

Violenza sessuale su una 18enne: processo rinviato al 10 marzo

Violenza sessuale su una 18enne: processo rinviato al 10 marzo

Si erano conosciuti chattando su Instagram, poi lui l’avrebbe invitata a casa e violentata. Questo è accaduto, secondo l’accusa, nel maggio del 2021. Lei, all’epoca 18 anni compiuti da un mese e con un leggero deficit cognitivo, aveva pianto per giorni finché non aveva trovato il coraggio di raccontare tutto alla madre e a un compagno di scuola. Dalla denuncia si è arrivati al processo e ieri c’è stata l’udienza con l’ammissione delle prove. Rinvio al 10 marzo 2026.

"È uno scandalo. Sono molto delusa dai tempi così lunghi", ha detto ieri, incredula, la ragazza, quando ha saputo che la prossima volta sarà tra più di nove mesi. Imputato un ragazzo all’epoca 21enne, l’accusa è di violenza sessuale aggravata dalla minorata difesa – per le condizioni di inferiorità psichica della vittima – e dalla condizione di momentanea limitazione della libertà personale. "Sono un po’ deluso dalla tempistica, molto lunga – così anche Mattia Finarelli, avvocato della vittima –, pensavamo che la prossima udienza sarebbe stata fissata in autunno al massimo. Comunque, procediamo. Siamo qui per accertare i fatti, la verità, e di sicuro non per una questione monetaria. La ragazza vuole avere giustizia".

In questi quattro anni, intanto, lei è andata avanti con la sua vita, "lavora, ha degli amici, ma è ancora molto scossa – le parole dell’avvocato –, quanto successo quel giorno ha provocato in lei dei traumi a oggi mai ricomposti completamente. Soffre di piccoli attacchi di panico, vive a volte in uno stato di paura. Si è trovata a essere usata come uno strumento sessuale".

Avevano svolto le indagini i carabinieri del paese, poi, nel dicembre 2021, la chiusura delle indagini. Nel marzo dell’anno scorso si era svolta l’udienza preliminare davanti al giudice Alberto Ziroldi: entrambe le parti avevano deciso di provare a mettersi alle spalle quanto accaduto, senza accanimenti né ulteriori ritardi, tramite lo strumento della riforma Cartabia, la giustizia riparativa. Ossia, un percorso di mediazione, fuori dal tribunale e condotto da un apposito ente, con cui si cerca appunto di riparare al danno subito dalla vittima: alla fine del percorso, se la relazione del professionista è positiva, l’imputato può ottenere a un importante sconto di pena. Ma a Bologna non c’erano enti né strutture adeguate in materia di violenza sessuale. Dunque, non essendo disponibile il percorso riparativo, il gup si era visto costretto a rinviare il processo.

Il fatto. Lui l’avrebbe invitata a casa quando i genitori non c’erano. Lei ha detto che non voleva avere un rapporto, come ha riferito nella denuncia, ma lui sarebbe andato avanti. L’avrebbe palpeggiata, denudata, poi ci sarebbe stato il rapporto sessuale completo. ll ragazzo, difeso dall’avvocato Stefania Mannino, interrogato da pm e carabinieri, aveva ammesso il rapporto sessuale e anche di essersi comportato ‘freddamente’ verso di lei, ma aveva detto anche che pensava che lei fosse consenziente e di essere sconvolto per quelle accuse pesantissime. Nella prossima udienza saranno sentiti i testimoni del pm e della parte offesa: la vittima, la madre, la sorella, gli ufficiali di polizia giudiziaria, il compagno di scuola della ragazza che l’aveva vista sconvolta dopo quei fatti e la psichiatra forense Michela Casoria, consulente della parte offesa. Ammessi anche i testimoni della difesa: il padre dell’imputato, un paio di insegnanti del ragazzo e gli ufficiali di polizia giudiziaria.